Il Papa a Lesbo per combattere la politica Ue sui migranti

Il Papa a Lesbo per combattere la politica Ue sui migranti

Un gesto dal forte valore simbolico: il Papa vola oggi a Lesbo, l'isola greca approdo di migliaia di profughi siriani, iracheni, afghani, un viaggio lampo di cinque ore per dare un segnale all'Unione europea accompagnato dall'invito a costruire ponti e non muri. Bergoglio parte questa mattina per Mitilene, la capitale dell'Isola che dista poche miglia dalla Turchia. Al suo arrivo sarà ricevuto dal primo ministro greco, Alexis Tsipras - con cui si intratterrà per un incontro privato - e dal patriarca ortodosso Bartolomeo I (che ha fortemente voluto questo viaggio) e dall'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos. É la visita al campo rifugiati di Moria, che ospita circa 2.500 profughi richiedenti asilo, il momento centrale del viaggio di Bergoglio.

Un centro che, dopo l'accordo del 20 marzo tra Ankara e Ue, si è trasformato da punto di accoglienza in una vera e propria prigione. Qui i leader religiosi si rivolgeranno agli immigrati per un breve saluto. Gesti che peseranno più delle parole. Dopo la firma di una dichiarazione congiunta che si preannuncia ricca di valore oltre che spirituale anche politico per l'invito all'accoglienza e all'aiuto umanitario verso tutti Francesco e Bartolomeo I pranzeranno con alcuni rifugiati nel container che ospita gli immigrati. Nel pomeriggio c'è il tempo anche per un incontro con la cittadinanza e la comunità cattolica della «Lampedusa greca», che ha mostrato in numerose occasioni solidarietà e accoglienza verso i migranti. Dopo una breve preghiera comune, i tre leader religiosi lanceranno in mare tre corone di alloro in ricordo di tutti quei migranti morti durante una delle tante traversate con le carrette del mare.

«La visita di Papa Francesco è di natura strettamente umanitaria. Non c'è nessun risvolto politico» ha detto il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, presentando il viaggio. Una visita «vissuta in chiave ecumenica», ha aggiunto. Ma il viaggio assume inevitabilmente anche i contorni politici. «Dopo Lampedusa, per manifestare la sua vicinanza sulla frontiera del Mediterraneo, il Papa desidera farsi presente a Lesbo, dove l'emergenza è così forte sul fronte dell'Egeo», dice padre Leone Kiskinis, l'unico sacerdote cattolico a Lesbo.

«Certamente è anche un invito ai politici ad agire nella ricerca delle soluzioni più umane, rispettose e solidali nei confronti delle persone che fuggono a causa della guerra, della fame e delle persecuzioni», aggiunge il parroco.

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