Parla di Bibbiano in Consiglio. E Youtube "censura" Fratelli d'Italia

Durante il consiglio provinciale di Novara l'intervento di De Grandis (FdI) su Bibbiano. Youtube chiude la diretta dopo una segnalazione. Scoppia la bagarre politica

Parla di Bibbiano in Consiglio. E Youtube "censura" Fratelli d'Italia

Si alza in piedi un consigliere provinciale, prende la parola per parlare di minori, nel suo discorso cita Bibbiano e poco dopo si interrompe la diretta Youtube dell’assemblea. Un problema tecnico? Mancanza di rete internet? Macché. Decisione della piattaforma di bloccare lo streaming per violazione della “policy della community” a seguito della segnalazione di un utente. Diretta sospesa, assemblea rinviata. E tanti saluti alla democrazia.

È successo due giorni fa al consiglio provinciale di Novara. “La nostra dirigente che si occupa dello streaming- ha raccontato il segretario generale Giacomo Rossi alla Stampa - ha visto apparire sullo schermo un messaggio che dava conto di un reclamo. Subito dopo la diretta si è interrotta". Molti hanno pensato a un problema tecnico, ma non sembra essere così. In aula si stava discutendo una mozione contro la legge regionale "Allontanamento zero", norma che punta a ridurre l'allontanamento dei bambini dalle loro famiglie ad opera dei servizi sociali. Finché ha parlato la minoranza, nessun problema. Poi ha preso la parola Ivan De Grandis (Fdi) e tra le altre cose ha citato Bibbiano, caso ben noto alle cronache e - dice lui al Giornale.it - “assolutamente in linea con il tema in discussione”. A un certo punto però si è dovuto fermare, causa assenza dello streaming. Smanetta quà e là, alla fine i tecnici si sono dovuti arrendere: “Youtube ha interrotto poiché si parlava di minori”, ha comunicato il presidente Federico Binatti. E così è esplosa la polemica.

“Oggi si è verificato un gravissimo atto di censura - attacca il senatore di Fratelli d’Italia, Gaetano Nastri - Siamo dinanzi a una situazione incredibile e assurda che lede la libertà di espressione ma soprattutto l’esercizio della democrazia stessa”. Dall’altro lato della barricata, il centrosinistra legge diversamente i fatti. Il gruppo di minoranza “La Provincia in Comune” accusa infatti il centrodestra di voler “trasformare un meccanismo tecnico e di protezione” in “un caso politico”. “Oggi – dicono - si grida alla censura e se ne vuole fare un caso nazionale, un’esagerazione che riteniamo abbia radici ben lontane dalla libertà di espressione". De Grandis, insomma, citando Bibbiano avrebbe voluto “eccedere gose per un bisogno spasmodico di visibilità”, scivolando su un tema “che youtube reputa ‘sensibile’”. Si può dunque parlare solo di ciò che piace al colosso dei video? "Il Pd non conosce vergogna - attacca Nastri - La verità è che il Pd è democratico soltanto quando gli conviene, non muovendo un dito contro quello che è un gravissimo atto illiberale, antidemocratico che viola i principi della nostra Costituzione”. La pensa così anche De Grandis, secondo cui il centrosinistra si dimostra “democratico a intermittenza”: “In pratica YouTube non vuole che si parli di Bibbiano e il Pd concorda, e viceversa”.

Il bello, o il brutto, è che l’account è stato chiuso per 90 giorni. Il nuovo consiglio provinciale per concludere quello interrotto è stato convocato per venerdì, ma ancora non si sa se si potrà garantire la pubblicità dei lavori con la diretta tv. Forse sarà necessario aprire le porte al pubblico, nonostante il Covid. Intanto però è partito un ricorso contro Youtube. Gli uffici hanno scritto al colosso che i video di un Ente pubblico previsto dalla Costituzione "non possono, né potrebbero, diffondere contenuti in contrasto con le regole della vostra community o, in qualsivoglia modo, suscettibili di censure". Per questo "si ritiene che l’oscuramento del video sia frutto di una erronea interpretazione del suo contenuto e si invita a voler immediatamente ripristinare la piena operatività del canale, in quanto strumento di trasparenza a servizio di un ente pubblico".

Perché gestire la democrazia online è difficile. Si rischia che per una banale segnalazione i colossi della Rete silenzino il sacrosanto diritto di critica di un esponente politico. Una libertà che andrebbe sempre difesa. Anche se parla di Bibbiano.

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