Dava: quattro lettere in cui potrebbe celarsi una minaccia per la stabilità della Germania, dove monta la polarizzazione e il sistema politico appare sempre più instabile, mentre l'economia è in recessione. È l'acronimo dell'Alleanza democratica per la diversità e il risveglio, un partito fondato il 24 gennaio scorso che afferma di lottare per garantire «tutti i diritti» a chi è di «origine straniera». La Dava vuole quindi combattere la discriminazione, la disparità di trattamento, l'esclusione nonché la povertà in particolare di bambini e anziani. A favore della diversità e della tolleranza, il partito guidato dal turco Teyfik Özcan è contro nazionalismo, xenofobia, odio per il musulmani e antisemitismo. Tuttavia, dietro questi nobili obiettivi si potrebbe celare un grave rischio per la Germania e l'Europa: l'emersione di un partito islamista come in un romanzo distopico di Michel Houellebecq. La Dava ha, infatti, tra i suoi principali esponenti noti sostenitori del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e del suo Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp), che affonda le radici nell'islamismo e nel nazionalismo. Oltre a Özcan, si tratta di Mustafa Yoldas, Ali Ihsa Ünlü e Fatih Zingal: tutti apologeti di Erdoan e promotori degli interessi della Turchia in Germania.
Il potenziale è enorme in un Paese con 2,9 milioni di turchi, secondo i dati ufficiali. Il presidente della Dava si è spinto a prevedere «fino a cinque milioni» di possibili elettori, «senza contare i tedeschi autoctoni». Una prova si è avuta al ballottaggio delle ultime elezioni presidenziali in Turchia, a maggio scorso: per Erdogan ha votato il 67% dei turchi di Germania, 500mila preferenze. Ora, la Dava ha già un piano: presentarsi alle elezioni europee di giugno e poi a quelle per il rinnovo del Bundestag, in programma nell'autunno del 2025. Sicuro di entrare al Parlamento europeo, Özcan ha respinto i sospetti secondo cui il suo partito sarebbe una diramazione dell'Akp in Germania: «Non abbiamo contatti con il governo Erdogan o con altri esecutivi stranieri». Tuttavia, la ministra dell'Interno tedesca, Nancy Faeser, ha già messo in guardia dal pericolo di ingerenze turche: «Qualsiasi tentativo di influenzare le elezioni in Germania dall'esterno non sarà tollerato». Il timore è concreto: Yoldas è all'attenzione del ministero dell'Interno «per sostegno ad Hamas», il movimento islamista palestinese che ha attaccato Israele ed è sostenuto dalla Turchia di Erdogan. A sua volta, Zingal è noto come lobbista dell'Akp in Europa, mentre Ünlü è un funzionario dell'Unione turco-islamica per gli affari religiosi (Ditib), fondata a Colonia nel 1984.
A questa organizzazione sono affiliate circa 900 moschee in Germania. Il Ditib riferisce alla Direzione per gli affari religiosi di Ankara (Diyanet), quindi al presidente della Turchia, ed è da tempo ritenuta al centro della rete di influenza stesa dall'Akp in territorio tedesco.
È presto per valutare gli sviluppi della Dava, ma appare significativo il commento del ministro delle Politiche alimentari e agricole tedesco Cem Özdemir, che è di origine turca. Il partito di Özcan, «una propaggine di Erdogan» che si presenta alle elezioni in Germania «è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno», ha scritto su X l'esponente dei Verdi.
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