Il partito del non voto è ormai maggioranza. Ma il fenomeno è trasversale: colpisce tutti

La disaffezione alla politica, specie tra i giovani, non è un alibi per il Pd

Il partito del non voto è ormai maggioranza. Ma il fenomeno è trasversale: colpisce tutti

È andata come da diverso tempo si era previsto. Ma l'affluenza alle urne si è contratta al di là, forse, delle più pessimistiche previsioni. Il fatto che si sia recata a votare solo una minoranza degli aventi diritto, ben sotto la soglia psicologica del 50% (ma a Roma ha votato solo un terzo degli elettori) costituisce un fenomeno meritevole di grande attenzione.

All'origine di questo declino sta, come si sa, la crescente disaffezione dei cittadini nei confronti della politica che è stata palesemente accentuata dalla modestia della comunicazione e della campagna elettorale di queste ultime settimane. Tanto che, secondo sondaggi effettuati nei giorni precedenti al voto, una percentuale significativa di cittadini, specialmente giovani, non sapeva nemmeno che fossero indette delle elezioni. Per costoro, la scelta non è stata se votare o meno, ma è stata semplicemente dettata dalla non conoscenza della scadenza elettorale.

Come si è detto, il fenomeno, pur essendo presente in tutte le classi di età, appare particolarmente intenso nelle generazioni più giovani, con una particolare accentuazione tra coloro che si accingono per la prima volta a votare. Specie per costoro, la politica rappresenta un fenomeno lontano e al tempo stesso di difficile comprensione. Lontano perché, nella loro percezione (che, va detto, non è del tutto sbagliata) la politica non si occupa dei loro problemi e del loro futuro, essendo assai più attenta agli interessi delle generazioni più anziane. Ed è di difficile comprensione, perché il dibattito e il linguaggio stesso adottati dalla politica risultano completamente diversi da quelli da loro impiegati nel confronto quotidiano con la società.

Sono argomenti che, come si sa, vengono ripetuti e sottolineati in occasione di ogni scadenza elettorale, man mano che il fenomeno dell'astensionismo si acuisce.

È importante sottolineare che la diserzione dalle urne ha colpito questa volta tutti i partiti. Dai primi dati diffusi emerge che si è trattato di un fenomeno sostanzialmente trasversale. Il calcolo dei flussi elettorali nei prossimi giorni ci dirà in misura precisa se e quanto ciascuna forza politica è stata danneggiata dalla diserzione delle urne. Sin d'ora si può tuttavia ipotizzare che vi siano alcuni partiti che la subiscono in misura mediamente maggiore. È il caso, probabilmente, del M5S, i cui elettori si spostano di frequente da e per il non voto. Ma l'astensione potrebbe avere colpito per esempio anche il Pd: l'incertezza sulla linea del partito nonché la debolezza attuale a promuovere iniziative possono aver allontanato molti elettori. E forse la diserzione dalle urne ha riguardato anche Forza Italia.

Ma al di là dell'effetto su questo o quel partito, l'astensione resta un fenomeno che colpisce

pericolosamente tutto il sistema politico. Oggi si è superato un limite: occorre intervenire subito per riavvicinare i cittadini, specialmente i giovani, alla politica o ne sarà incrinato il nostro stesso vivere democratico.

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