A Gabrielle d'Estrées 10 febbraio 1593. Non so quale fascino abbiate usato, ma non ho mai sofferto una vostra assenza con così tanta impazienza come questa volta; mi sembra già un secolo che sono distante da voi. Non dovreste fare altro che sollecitare il mio ritorno. Ogni mia vena, ogni mio muscolo, mi ricordano la felicità di rivedervi, e non ce n'è uno che non mi faccia sentire il dolore della vostra assenza. Credete, mia sovrana, l'amore non mi ha mai violentato a tal punto. Confesso di avere ogni motivo per lasciarmi trasportare, e l'ingenuità con cui lo faccio testimonia la sincerità del mio sentimento, poiché sono certo che voi non ne dubitate. Chiudo questo discorso per iniziarne un altro, e cioè che le nostre dame hanno corso molti pericoli durante questa guerra e ne hanno patito i disagi. Vostra zia, cui la parentela del mio bell'angelo fu molto utile, ve ne ha certo scritto. Ho cercato di fare quello che dovevo. Salto a cavallo e vado a mangiare a Beaugency. Se monsieur de Guise ha lasciato Orléans, domani ci vedremo. Mio tutto, amatemi molto.
Amore mio bello, giuro che durante tutto il viaggio i miei occhi vedranno solo quanto sarà necessario per potervi raccontare ciò che accade là dove passerò. Questo viaggio ritarderà di tre giorni il mio ritorno. Buongiorno, mia sovrana. Bacio un milione di volte le vostre belle mani- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.