"È un passo avanti. Basta processi stampa"

Il presidente dell'Ordine avvocati di Milano: "Ora maggiori diritti"

"È un passo avanti. Basta processi stampa"
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È soddisfatto: «La riforma Nordio - spiega Antonino La Lumia, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano - è un passo in avanti sulle garanzie e l'abolizione dell'abuso d'ufficio ci sta tutta».

Cominciamo dall'abuso, eliminato fra le polemiche dei giudici e di buona parte della sinistra.

«Era un reato fumoso che generava fra l'altro la paura della firma e una mezza paralisi della pubblica amministrazione. Molti procedimenti. Pochissime condanne».

Ma ora nel decreto carceri è spuntato il peculato per distrazione. L'abuso esce dalla porta e rientra dalla finestra?

«Le perplessità sono comprensibili, ma se si individua un reato specifico, ben delimitato e non discrezionale come era l'abuso, allora non vedo dove sia il problema».

L'informazione di garanzia diventa segreta, sarà così?

«Finora l'indagato era l'ultimo a sapere che si era aperta un'inchiesta su di lui. Ora dovrebbe cambiare tutto e l'informazione di garanzia dovrebbe pure contenere una breve descrizione del fatto. È una tutela della difesa e una norma di civiltà. In ogni caso, è importante che il codice si allinei alla Costituzione e all'articolo 111: la persona viene informata riservatamente dell'inchiesta che la riguarda. Finora questo era l'avverbio più calpestato della giustizia italiana. Vedremo che succederà. E vedremo anche gli sviluppi del capitolo intercettazioni».

È giusta la tutela del cosiddetto terzo non indagato o si limita in qualche modo la libertà di stampa?

«No, non è giusto risucchiare nel vortice delle intercettazioni chi è estraneo alla indagini e magari è solo oggetto di una speculazione, di una maldicenza, di una chiacchiera riportata nel dialogo fra due indagati. Il giudice dovrà stare attento a non riportare nei suoi provvedimenti passaggi magari suggestivi, ma non decisivi sul piano penale».

Insomma, conosceremo con anni di ritardo, alla fine delle indagini, frasi che magari provocherebbero scandali e crisi politiche?

«Le intercettazioni danno una lettura facile della realtà e spesso fanno sembrare colpevoli persone che poi a distanza di anni vengono assolte. Questo perché bisogna valutare il tono, il contesto, le parole esatte, le trascrizioni, eventuali omissioni. Nessun bavaglio, dunque, ma il rispetto delle norme processuali e di civiltà di base, per evitare poi frettolose e penose riabilitazioni di chi era stato lapidato sulla stampa. Nel cosiddetto processo mediatico».

Siamo al gip collegiale.

«E all'anticipazione dell'interrogatorio. Prima dell'eventuale arresto».

L'opinione pubblica è disorientata. Così si darà il tempo ai ladri di scappare o di inquinare le prove?

«Ma no, ci sono tutta una serie di paletti e limitazioni pensati per trovare un punto di equilibrio fra le diverse esigenze. Se uno ha appena ammazzato la moglie, va ovviamente dritto in cella. Il vero tema è un altro».

Quale?

«Il gip collegiale impone, nel segno del garantismo, un grande dispendio di energie. Facile immaginare, specie nei piccoli tribunali, un aumento delle incompatibilità».

Risultato?

«Il giudice incompatibile, per questa o quella ragione, dovrà farsi da parte e non parteciperà a quel collegio. Insomma, un'altra toga dovrà sostituirlo. Non sarà facile e si rischia il rallentamento della macchina».

E infatti Nordio promette 250 assunzioni. La norma entrerà in vigore dopo due anni. Basterà?

«Vedremo. Il principio di fondo è sacrosanto, ma le risorse a disposizione sono quelle che sono».

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