Fratelli d'Italia, non fratelli coltelli. L'annunciata sfida, per interposto candidato, tra meloniani e rampelliani al congresso Fdi di Roma sfuma nel segno della ritrovata unità. Anche sul partito capitolino scende la Pax di Giorgia, dopo che proprio la premier - a gennaio di un anno fa - aveva commissariato il coordinatore romano (e candidato rampelliano in pectore) Massimo Milani, mettendo al suo posto il fedelissimo Donzelli.
Adesso, con la stagione dei congressi di Fdi, sembrava arrivato il momento di una resa dei conti con Rampelli e i suoi, anche perché fino a ieri in tarda mattinata Milani era, appunto, in corsa contro l'altro candidato alla presidenza del congresso, Marco Perissa, sostenuto da Francesco Lollobrigida e dalla sorella della leader, Arianna, responsabile tesseramento del partito. Poi, il colpo di scena. Prima con Fabio Rampelli che si disfa della corrente dei «gabbiani», quella che a lui farebbe capo, negando sia l'interesse per l'ornitologia che l'esistenza stessa di una corrente. «Ve prego - scherza con i cronisti - basta co 'sti Gabbiani, proprio nun se ne può più, non esiste la corrente dei gabbiani e non c'è nessuna corrente dentro FdI». E a quanti gli chiedono se la premier stesse lavorando per una candidatura unitaria, il vicepresidente vicario della Camera replica secco: «Giorgia si è occupata di altro, non ha proprio interferito, non c'è nessuna capocrazia e non ci sarà».
Già il richiamo alla «capocrazia» la dice lunga, visto che quelle parole le aveva evocate poco prima Arianna Meloni, a proposito delle due candidature: «Vedremo come andrà, dimostra che siamo un partito vero, non una capocrazia». Con la presidente del Consiglio assente, a tessere i fili della linea unitaria sono proprio la sorella Arianna - nomen omen - e lo stesso Rampelli. Così, quando Milani sale sul palco, lo fa per passare il testimone a Perissa. «Non c'è nessuna divisione. Per arrivare ad essere dirigente di questo partito c'è stato solo sacrificio e impegno. Tendo la mano a Perissa, affidò a lui la guida», spiega Milani, incassando la chiamata di Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi, che lo ringrazia e ne annuncia la nomina a suo vice. Niente «conta», niente spaccature. Esulta Arianna Meloni: «Ha vinto la linea unitaria. Siamo contenti, siamo soddisfatti, è stato un bel segnale: e adesso lavoriamo. Siamo un partito serio».
E Rampelli chiude la giornata ricordando che il nome del partito (che fu scelto proprio da lui) non è casuale: «Chi sperava in una guerra tra fratelli e sorelle, sappia che questa comunità politica e umana è nata dal ventre della stessa Madre. Una madre chiamata Italia che ha a Roma la sua unità».
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