Onorevole Barelli, la Cei invita il mondo della politica ad affrontare il tema dello ius scholae senza pregiudizi ideologici. È d'accordo?
«Certamente. Forza Italia affronta questo tema con pragmatismo, ma non da oggi. Ci rendiamo conto che il mondo è cambiato. Sono tanti i giovani che devono avere la possibilità di essere assimilati. Ma tutto questo dovrebbe richiedere un tempo adeguato. Ora rischiamo soltanto di fare le cose di fretta. E non ci piace chi forza la mano».
Qual è la vostra posizione?
«La posizione di Forza Italia è di superare (cioè migliorare) la legge attuale che dice che un bambino nato in Italia al compimento del diciottesimo anno può diventare italiano. Riteniamo che ci possono essere casi in cui il bambino anche non nato in Italia possa arrivare allo stesso risultato se ha frequentato e finito il primo ciclo della scuola dell'obbligo».
Invece il Pd chiede semplicemente la frequentazione scolastica per cinque anni.
«Ribadisco: per noi è una formulazione troppo generica. Noi al contrario ci spingiamo anche oltre l'età anagrafica. Per Forza Italia otto anni di scuola sono necessari».
Quindi quei cinque anni che sono la soglia irrinunciabile di Pd (e dei 5S) è una posizione ideologica?
«Ritengo di sì ed è una posizione non in linea con quanto detto proprio dalla Cei. Occorre usare il criterio della misura. E la misura e il pragmatismo dovrebbero far ricordare a tutti che questo governo di unità nazionale è nato per combattere il Covid, l'emergenza economica e la crisi energetica. Non è possibile che la sinistra in questo contesto butti sul tavolo un tandem di argomenti così divisivi come lo ius scholae e l'uso della cannabis».
Insomma una scelta divisiva.
«Soprattutto questa infelice tempistica di mettere in fila, uno dopo l'altro, simili proposte di legge che mettono, tra l'altro, in difficoltà il governo Draghi. Non tirassero in ballo quando gli pare la Cei e rendessero a Draghi un servizio positivo tralasciando di mettere sul tavolo argomenti divisivi».
La Polverini dice che voterà a favore, considerando anacronistica la posizione del centrodestra.
«A me non risulta. Polverini si appella al centrosinistra per accogliere le nostre richieste. Comunque Forza Italia non è una caserma. Noi ci preoccupiamo dei ragazzi e abbiamo formulato una visione del problema pratica e di buon senso».
La Lega resta lontano.
«La Lega è molto preoccupata, e posso capirlo, per le conseguenze di questa legge. Tutti vogliamo tutelare i bambini; però spesso i bambini vivono in realtà familiari difficili. Ed essendo da sempre per la Lega l'immigrazione un tema molto delicato, i suoi parlamentari temono che possa avere ricadute negative sul fenomeno».
Quale ruolo ha il governo?
«Si tratta di proposte di legge di iniziativa parlamentare. Secondo me il governo e il premier dovrebbe invitare i singoli leader dei partiti a togliere dal tavolo argomenti come quello sulla liberalizzazione della cannabis e quello sullo ius scholae come lo vuole il centrosinistra. Perché sono questioni che rischiano di far saltare un esecutivo nato per fare altro».
Ce la farà questa proposta di legge a superare l'esame dell'Aula?
«Potrebbe farcela se venisse dimostrata la buona fede dei nostri alleati di governo (Pd e 5S) con la
cancellazione dal calendario parlamentare della legge sulla cannabis che prevede addirittura la coltivazione della cannabis sul terrazzo di casa. E dico alla sinistra che non credo che questa sia la posizione della Cei!»
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