"A mia insaputa...". Lo schiaffo a Letta, poi lo strappo: la Morani si ritira

La lista degli scontenti si allunga, con la deputata dem Alessia Morani che annuncia su Facebook: "Comunicato a Pd che non accetto candidatura"

"A mia insaputa...". Lo schiaffo a Letta, poi lo strappo: la Morani si ritira

Tra malumori “fisiologici” e accuse incrociate di vendette personali si consuma l’ennesimo forfait innescato dalla turbolenta direzione nazionale del Pd. Per ora non ha dato spiegazioni ma la scelta, comunicata mezzo social pare per ora irreversibile. "Ho comunicato al mio partito - annuncia su Facebook la deputata marchigiana dem Alessia Morani - che non intendo accettare queste candidature. Avrò modo in seguito di spiegare le motivazioni che mi hanno convinta della bontà di questa scelta".

Una reazione a caldo legata alle candidature decise dal partito nelle Marche. "È stata una lunga notte e finalmente sono state decise le liste dei candidati del Partito democratico per le prossime elezioni politiche", scrive Morani, che lamenta di aver saputo quale fosse la sua posizione in lista solo al momento della lettura da parte di Marco Meloni (coordinatore della segreteria nazionale del Pd, ndr) dell'elenco dei candidati. “Nei posti eleggibili per le Marche sono stati designati Alberto Losacco, commissario del Pd Marche, Irene Manzi e Augusto Curti. A mia insaputa, il mio partito ha deciso di assegnarmi il collegio uninominale di Pesaro e un terzo posto nel proporzionale".

Collocazione mal digerita dalla deputata piddina che si vede preferire il pugliese Losacco, commissario del partito nelle Marche, e l’ex deputata e vicesindaca di Macerata, Irene Manzi, come i capilista del Pd per il proporzionale rispettivamente al Senato e alla Camera. L’ex onorevole Manzi, figura di spicco del maceratese Dem, piacerebbe da sempre, stando ai rumors della politica locale, a Letta, che già l’avrebbe voluta segretaria del partito regionale. Dietro Losacco dovrebbe correre nelle Marche un’altra pugliese, Luisa Rizzitelli, fondatrice e presidente di Assist, Associazione Nazionale Atlete, e il vicesindaco di Pesaro, Daniele Vimini. Dopo Manzi ci saranno Augusto Curti, ex sindaco di Force (Ascoli Piceno), ‘solo terza’ Alessia Morani e Antonio Gitto, presidente di Agci Marche, l’associazione di categoria delle cooperative costituente l’Alleanza delle Cooperative Italiane. Scelte che non sempre paiono soddisfare il "rispetto dei territori tra i criteri fondanti delle scelte", millantato dal segretario Letta come alibi.

Troppo per la deputata uscente eletta nel Pesarese, da portarla allo strappo con il Pd. L’ennesimo, dopo gli scossoni provocati dalle liste stilate in notturna durante la tormentata direzione nazionale del Pd di ieri.

Dalla rinuncia della senatrice Monica Cirinnà alla candidatura nel collegio uninominale Roma4, in quanto "territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra", alla polemica per l’esclusione dell’ex ministro Lotti, fino al 'giallo' sulla candidatura smentita dal costituzionalista Stefano Ceccanti. Ora, con il colpo di scena di Morani la lista degli scontenti si allunga. E il Pd di Letta continua a perdere pezzi.

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