"Noi siamo aperti a mettere in discussione il partito per costruire una forza di sinistra di governo, ed è una proposta politica che facciamo a tutti". Il capogruppo di Sel alla Camera Arturo Scotto intercettato in Transatlantico, ha le idee chiare: "Civati può entrare nel nostro gruppo, ci parliamo quotidianamente sul merito delle cose". Insomma a quanto pare la fuoriuscita di Civati dal gruppo Pd alla Camera potrebbe scatenare un vero e proprio terremoto politico da far scricchiolare la poltrona di Matteo Renzi. Alla Camera l'addio di Civati non ribalta i giochi, ma al Senato si gioca la vera partita che può mettere in crisi il governo. Così le grandi manovre sono appena partite. La minoranza dem è nel caos e qualcuno vorrebbe seguire il ribelle Civati. Il progetto è chiaro: creare gruppi autonomi.
Non una vera e propria scissione, ma solo un assaggio. Civati da sempre vuol creare due gruppi, uno da 20 deputati alla Camera e uno da 10 senatori a palazzo Madama. Alla Camera realizzare il piano non sarà facile, ma al Senato forse l'operazione sarebbe più semplice. Lo scenario che in queste ore si fa strada vede i 7 vendoliani (in questo momento membri del gruppo misto) schierarsi con i civatiani Ricchiutim Mineo e Tocci. Un gruppo nuovo che potrebbe attrarre nuovi tutti i dissidenti dem dell'area bersaniana. Al Senato il governo deve fare i conti con un equilibrio instabile. La maggioranza si basa su una soglia massima di 174 senatori e su una minima di 161.
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