Il Pd scarica Todde. Lo sfogo: "Sciatteria e incompetenza". Conte tace ancora

I dem contestano alla governatrice grillina di essere colpevole di "una sequela impressionante di errori". E i dubbi sull'alleanza coi 5s montano

Il Pd scarica Todde. Lo sfogo: "Sciatteria e incompetenza". Conte tace ancora
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La Todde? «Che figura di ma». Nel Partito Democratico, da Cagliari a Roma, faticano a nascondere l'imbarazzo per la vicenda che coinvolge Alessandra Todde, la presidente della Regione Sardegna che rischia la decadenza per inadempienze ed errori nella rendicontazione delle spese sostenute per la campagna elettorale che l'ha portata alla guida dell'Isola a fine febbraio del 2024. Lei reagisce e attacca il centrodestra: «Non accetto lezioni di legalità da chi difende una ministra accusata di truffa». Ma il fuoco amico, a taccuini chiusi, arriva dagli alleati dem. Un'irritazione per il caso Todde che si va a saldare alle perplessità sull'alleanza con il M5s che vanno avanti da mesi. Da quando è scoppiata la faida tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Con tanto di distinguo dell'avvocato di Volturara Appula nei confronti del Nazareno. Tra una sottolineatura sulla guerra in Ucraina, una frecciata sull'immigrazione e una lezione su cosa significa essere «progressisti», sulla tenuta del campo largo incompiuto è piombato anche il caos sardo. «La situazione è piuttosto semplice, dato che non credo si sia trattato di malafede, è stata sicuramente una disarmante incompetenza», spiega - sotto la richiesta di anonimato - un parlamentare dem di prima fascia, mai tenero con i Cinque Stelle. Tra chi è vicino alla segretaria Elly Schlein, invece, prevale l'imbarazzo. Chi viola la consegna del silenzio, si limita a constatare che «Todde e i suoi hanno fatto una sequela impressionante di errori». Sul banco degli imputati finisce «l'improvvisazione», che ancora caratterizzerebbe il comportamento degli ormai ex grillini. Un dirigente del Pd sardo parla di «incompetenza». Insomma, la vulgata tra i dem locali e nazionali, è che Todde sia onesta ma sia stata irrimediabilmente «pasticciona» nella gestione della rendicontazione delle spese sostenute durante la campagna elettorale. Mal di pancia che si sommano all'irritazione per le prese di posizione di Conte, sempre pungenti verso il Pd, espresse dal leader del M5s a partire dall'indomani dell'assemblea costituente pentastellata che ha sancito la cacciata di Grillo dal Movimento che ha fondato.

Todde ora può diventare l'ultimo casus belli per sotterrare definitivamente il progetto di un'alleanza organica tra Pd ed ex grillini. Gelo e imbarazzo. Infatti, anche all'interno dei rispettivi partiti, colpisce il silenzio tenuto da Conte e Schlein. A parlare è Matteo Salvini. «Che figuraccia la governatrice grillina, che è stata rimossa perché non ha fatto quello che bisogna fare in tutte le elezioni. Ballano decine di migliaia di euro. Se dovessero essere confermate le accuse, spero che i sardi possano tornare a votare il prima possibile», dice Salvini durante una diretta social. Il «caso Todde», che imbarazza il Pd, irrompe dentro il M5s. Le disavventure della presidente sarda stanno ridando voce agli stellati più scettici sull'alleanza con i dem, spinta dall'ex viceministra. «E menomale che la Todde era quella meno grillina», ci scherza su un deputato del Movimento. «Vedrete che il Pd ci scaricherà», ipotizza un altro esponente dei Cinque Stelle.

Non manca, nel M5s, chi sospetta che Todde sia stata sabotata internamente da dirigenti sardi e nazionali che non hanno mai accettato la sua candidatura. Sospetti, speculazioni, veleni. Tutti indizi di un clima tutto tranne che sereno, dentro al fronte progressista. Un fiume carsico, da Cagliari a Roma.

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