La Lega è uscita soddisfatta dal vertice di maggioranza con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. Confermati «quota 100» sulle pensioni (62+38), la riforma fiscale e un piano di ammodernamento delle opere pubbliche da affiancare all'apertura di nuovi cantieri. L'obiettivo, hanno fatto sapere fonti vicine a Matteo Salvini, è realizzare la maggior parte delle misure, anche le più costose, con coperture che abbiano un basso impatto sui conti pubblici e comunque senza aumentare le tasse e l'Iva perché «senza crescita non può esserci sviluppo e non si cambia il Paese».
Se l'impatto dovrebbe essere light, allora è legittimo ipotizzare un'estensione della portata della pace fiscale da cui il Carroccio si aspetta un gettito consistente (almeno 3,5 miliardi) con buona pace dei Cinque stelle. Tra le opzioni, ha sottolineato ieri il Sole 24 Ore, c'è anche una sorta di «pace contributiva» per coloro che non avessero la copertura previdenziale necessaria dopo il 1996, anno nel quale è entrata in vigore la riforma Dini. In pratica, si potrebbe versare volontariamente, con uno sconto notevole e a rate, la parte mancante al raggiungimento della soglia minima di contributi necessari ad andare in pensione (cioè da 38 anni in giù a seconda dell'età di pensionamento oppure i 41/41,5 anni a seconda della soglia che sarà stabilita per la vecchiaia).
Insomma, un modo come un altro per «scaricare» parte dell'onere dalle casse dello stato e accontentare coloro che vogliono ritirarsi in anticipo dall'attività lavorativa. In questi due mesi, infatti, si è spesso parlato dell'attivazione di fondi aziendali ad hoc per «accompagnare» i lavoratori all'uscita sul modello di quanto avviene già nel comparto bancario ove gli istituti di credito finanziano direttamente gli «scivoli» degli impiegati più anziani verso il pensionamento. Se, da un lato, i fondi aziendali sono tutti da costruire, i contributi volontari, dall'altra parte, sono molto più semplici da sollecitare. In particolare, sono i lavoratori autonomi a poter beneficiare della pace contributiva qualora volessero pensionarsi.
Con questo stratagemma si dovrebbe rendere più sostenibile l'introduzione di «quota 100» per la quale non è stata ancora definita la platea interessata e, quindi, il costo. «Se riusciremo a mandare in pensione l'anno prossimo 3-400mila italiani penso che avremo fatto un buono lavoro», aveva dichiarato Salvini. La copertura finanziaria dovrebbe attestarsi sui 7-8 miliardi, ma potrebbe calare a 3 miliardi se si incentivassero misure come i fondi di solidarietà e i contributi volontari scontati. L'eventuale introduzione di un ricalcolo contributivo per chi sceglie il pensionamento anticipato (si stima un abbattimento del 10-15%dell'assegno), invece, non è mai piaciuta molto al Carroccio.
Secondo una stima della società Tabula di Stefano Patriarca, «quota 100» con 62 anni di età pensionabile minima potrebbe interessare circa 350mila persone e costare circa 8,5 miliardi e circa 11 regime.
Aggiungendo anche «quota 41,5» come anni di contributi minimi per uscire dal lavoro a prescindere dall'età i beneficiari potrebbero essere 660 mila e i costi di conseguenza aumenterebbero. Il cantiere, però, è ancora aperto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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