Nella prima fase della pandemia ha inventato gli hacker per giustificare il clamoroso flop della privacy sul sito dell'Inps, ha messo la sua firma sul disastro della cassa integrazione in ritardo di mesi e dei risarcimenti fantasma alle aziende, tanto che quest'ultima pratica gli è stata subito sottratta e data all'Agenzia delle entrate. Non contento, è riuscito a far multare l'Inps dal Garante della privacy per il dossieraggio sui 600 euro ai politici.
Forte di cotanto curriculum, ieri Pasquale Tridico ha rotto il silenzio che durava dalla caduta di Conte, cioè il premier a cui deve le sue fortune. E lo ha fatto con una proposta consegnata alla Stampa così chiaramente provocatoria che l'intervistatore gli chiede «se sia cosciente che lo espone ad altre critiche». Eccola: estendere ai migranti di più recente arrivo in Italia il reddito di cittadinanza. «Il reddito - spiega Tridico - prevede un requisito di residenza in Italia di dieci anni. Mi sembra eccessivo e non esiste in nessun Paese europeo». Il presidente dell'Inps trascura di dire che in nessun Paese europeo esiste una misura di sostegno al reddito finita in tasca a 145 esponenti delle mafie (stando a quelli scoperti finora) e, soprattutto, congegnata così male da mescolare contrasto alla povertà e politiche attive del lavoro senza portare benefici decisivi sul primo obiettivo e fallendo decisamente il secondo.
Già ora, la misura, pur costando sette miliardi l'anno, garantisce cifre decisamente esigue ai singoli beneficiati, ma che vengono comunicate in modo cumulato per nucleo familiare in modo da farle sembrare più corpose. Si parla di 1,2 milioni di nuclei con una media di 572,53 euro al mese. Ma, le «persone coinvolte» sono in realtà 2,7 milioni. Il che fa 254,45 euro a testa. Meglio che niente, ma altro che abolizione della povertà.
L'idea di Tridico di suddividere ulteriormente la torta includendo più migranti, e di farlo con un governo che ha altre priorità ed è sostenuto dalla Lega, sa talmente di sparata propagandistica che tra i 5 Stelle e i Dem si preferisce glissare e solo un deputato di Leu, Erasmo Palazzotto, spende un tweet a favore. «Una proposta insensata e fuori luogo, - commenta la capogruppo azzurra al Senato Anna Maria Bernini- perché così si alimentano solo nuovi conflitti sociali in una situazione così drammatica, con milioni di italiani precipitati nell'indigenza a causa della crisi pandemica». Dalla Lega arriva il più classico: «Prima gli italiani».
Ma perché questa uscita? Potrebbe aver centrato il punto Fratelli d'Italia con Fabio Rampelli: «Se vuole fare politica economica - dice il vicepresidente della Camera - e ascendere alla carica di presidente del Consiglio si candidi, faccia politica». Tridico è rimasto uno degli ultimi baluardi della vecchia guardia contiana.
Draghi non si è fatto pregare nel cambiare i vertici della maggior parte delle istituzioni coinvolte nella tragica gestione della stagione del Covid e Tridico nell'intervista ci tiene a spiegare perché lui è ancora lì: «Io sono stato designato per quattro anni con un decreto del Presidente della Repubblica, la mia nomina ha ottenuto il parere positivo del Parlamento». Come dire, salvato da una specie di «articolo 18» politico. Ma entro il 2023 una via d'uscita in direzione sinistra o 5 Stelle farebbe comodo.
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