Il piano B di Renzi: si vota

Con i trucchi non si va lontano. Il giorno dopo aver imbarcato in maggioranza dieci senatori transfughi del centrodestra guidati da Verdini, il governo ha preso una scoppola al Senato. Il segnale politico è chiaro

Il piano B di Renzi: si vota

Con i trucchi non si va lontano. Il giorno dopo aver imbarcato in maggioranza dieci senatori transfughi del centrodestra guidati da Denis Verdini, il governo ha preso una scoppola al Senato non da poco, andando sotto nella votazione su un articolo della riforma Rai. In sé, niente di drammatico. Ma il segnale politico è chiaro: una parte consistente del Pd non sopporta più il premier e non glielo manda a dire. E più Renzi cerca di sostituire i suoi rivali interni con innesti contro natura, più la situazione si ingarbuglia. Ormai non c'è più una maggioranza ma una accozzaglia di traditori, mercenari, franchi tiratori, ricattatori e servi sciocchi in perenne guerra tra di loro. Il premier si sta infilando in un casino inimmaginabile fino a pochi mesi fa e che non fa onore alla sua presunta intelligenza. In tempi non sospetti, quando il sindaco di Firenze era in rampa di lancio, ricordo che chiesi al presidente Berlusconi un giudizio sull'uomo e una previsione sul suo futuro. Farà strada - mi rispose il Cavaliere che lo studiava con interesse - perché ha coraggio, è svelto e furbo ma ha un grosso problema: fa troppo il furbo e questo sarà la sua tomba.

A giudicare da quello che succede, la profezia si sta avverando. Il premier è barricato nel fortino e ogni volta che mette fuori la testa rischia il collo. A questo punto il metodo Renzi, dice la sua breve ma intensa storia politica, prevede lo spariglio. Un nuovo Nazareno? Lui sarebbe anche disponibile ma è difficile che Berlusconi accetti. E allora non resta che il colpo di scena clamoroso: tutti a casa, si vada alle elezioni politiche nel 2016 insieme alle comunali di Roma (che nel frattempo sarà caduta), alla Regione Sicilia (idem) e a Milano. E vada come vada, come fanno i giocatori incalliti inseguiti dagli strozzini. L'ipotesi, che fino a ieri era fatta circolare dal premier come minaccia ai suoi parlamentari, sta assumendo la sostanza di un vero piano B. Le riforme si incagliano (sicuro), i tagli alle tasse non si fanno (sicuro) i suoi lo cuociono a fuoco lento al Senato (sicuro), lui perde consenso e credibilità mese dopo mese. Onestamente, chi glielo fa fare di continuare così.

E benedetto arriva agosto, che sta alla politica come l'intervallo al calcio: salvifico per chi ha il fiato corto e necessita di riordinare le idee. Scommetto che al rientro in campo le elezioni anticipate saranno il nuovo schema di gioco. Arbitro permettendo.

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