I bambini potranno vaccinarsi con una settimana di anticipo, a cominciare dal 16 dicembre. Significa che, se non proprio per le feste in famiglia, arriveranno alla ripresa della scuola a gennaio con una discreta copertura anti Covid. Scongiurando con più facilità didattica a distanza e quarantene. Dopo l'approvazione di Aifa e le garanzie sul «vaccino sicuro», è il momento dello staff del generale Francesco Paolo Figliuolo, che gestirà l'arrivo degli scatoloni Pfizer con le mini dosi e li distribuirà nei centri vaccinali di tutta Italia. In arrivo, al 13 dicembre, 1,5 milioni di dosi pediatriche di vaccino mRNA: si tratta di una prima tranche che sarà poi integrata a gennaio. Le fiale verranno immagazzinate nei vari hub entro la sera del 15 dicembre, in modo che tutte le strutture vaccinali delle Regioni/Province autonome saranno in grado di procedere alla vaccinazione dei bambini da giovedì 16.
Le prenotazioni dei vaccini potranno essere effettuate tramite i canali web e i numeri dedicati delle regioni. Nel Lazio si parte il 13 dicembre: «Basterà che i genitori inseriscano i dati della tessera sanitaria su salutelazio.it» scrive su Facebook il presidente Nicola Zingaretti. «Siamo pronti. La platea dei bambini vaccinabili è di circa 3,5 milioni, tra cui un 10% di fragili e per questi il vaccino deve essere prioritario. Dobbiamo partire subito con le loro immunizzazioni per proteggerli a scuola, a casa e nel tempo libeo» spiega Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria (Sip). La presidente della società scientifica dei pediatri ribadisce che il vaccino «è sicuro ed efficace nei bambini per prevenire i rischi della malattia Covid e per un ritorno alla vita sociale». Non ci sarà nessun obbligo e nessun green pass, la scelta di vaccinare o meno i bambini sarà libera. Ma i pediatri e i virologi consigliano vivamente la mini dose. le cose, rispetto all'inizio della pandemia, sono cabiate anche per i bambini. «I bambini non si infettavano prima perché hanno meno recettori sulle mucose respiratorie delle prime vie aeree, quindi il virus faticava a infettarli - chiarisce il presidente Aifa Giorgio Palù - Oggi, con un'affinità aumentata di 10 volte della proteina Spike e della variante Delta per il recettore Ace2, si infettano anche loro e possono avere conseguenze gravi. Come la sindrome multisistemica infiammatoria, che può portare conseguenze per vari organi interni, tra cui il cuore. È molto più grave la miocardite da Covid che non quei rarissimi casi di miocardite, soprattutto nei maschietti adulti tra i 15 e i 30 anni, che di solito durano per due giorni poi si risolve. Sarebbe questo il grande spauracchio, la grande reazione avversa».
Quello che è cambiato è che «la variante Delta infetta i
bambini ed è trasmessa dai bambini - aggiunge Palù - Il problema è questo, che possono ammalarsi: 0,7 su 100 vanno in ospedale, uno su 10 mila circa va in rianimazione e questo prima non succedeva con le varianti circolanti».
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