Se non è ancora la Piazzale Loreto del M5s poco ci manca. Il paragone è forte, ma rende bene l'idea di un panorama politico che è radicalmente cambiato nel giro di pochi anni. Così Davide Casaleggio è passato dall'essere il dominus, il demiurgo, il motore immobile, il sole al centro della galassia dei Cinque Stelle, allo status di esponente della minoranza interna. Questo è ciò che emerge dai fatti degli ultimi giorni. In un'escalation partita con la lettera del figlio del cofondatore ai parlamentari morosi dei 300 euro mensili destinati al sito della democrazia diretta. Proseguita con la chiusura di otto funzioni di Rousseau. Culminata, per il momento, con un post in cui Casaleggio per la prima volta prende posizione nella contesa tra i grillini. Schierandosi con decisione contro l'evoluzione del Movimento in un partito. La risposta social dei canali ufficiali dei Cinque Stelle, con l'avvertimento al presidente di Rousseau di non utilizzare più il Blog delle Stelle per comunicazioni personali, ha segnato un altro punto di non ritorno.
Ma come si è arrivati a tanto? Passando da un partito capeggiato da Beppe Grillo e Casaleggio senior e poi da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio all'anarchia di questi giorni? Bisogna dire che la rabbia dei gruppi parlamentari covava da molto tempo. E le fila dei critici di Rousseau si sono ingrossate di mese in mese, fino a comprendere il gruppo dirigente del M5s. Il giocattolo però comincia a scricchiolare nell'estate dell'anno scorso. Durante i giorni del Papeete di Matteo Salvini. Quando i grillini sono chiamati a scegliere se giocarsi tutto alle urne, tentare un appeasement con il leader della Lega oppure buttarsi nelle braccia del Pd. Beppe Grillo dà la sterzata decisiva che fa convergere verso l'ultima ipotesi. Luigi Di Maio, allora ancora legato a Casaleggio, segue la corrente. In quel momento salta l'unità del triumvirato che aveva retto le sorti del M5s dalla morte di Gianroberto Casaleggio, nel 2016. La strada è segnata, anche se Casaleggio incontra Conte a Palazzo Chigi e prova a ricucire con Beppe. Proprio Grillo, il 23 settembre, si gioca l'ultima carta difendendo la piattaforma durante una tavola rotonda con il presidente del Parlamento Ue David Sassoli.
E attraverso il Garante si arriva al punto più caldo, la controversia legale che potrebbe nascere. «Forse Beppe non si sbilancia perché comunque ha la tutela legale di Rousseau», dicono le malelingue tra Camera e Senato. Ma sullo sfondo ci sono altre questioni. Una è venuta fuori ieri. «Il Blog delle Stelle (come riporta anche la privacy policy del blog) è il blog ufficiale sia del Movimento 5 Stelle che dell'associazione Rousseau», risponde l'Associazione al Comitato dei Garanti. «ll Blog delle Stelle è assolutamente di proprietà di Davide Casaleggio che lo concede in uso a M5s», conferma su Twitter Marco Canestrari, ex dipendente del guru e autore del libro «Il Sistema Casaleggio». Il rapporto tra Rousseau e il M5s è un groviglio inestricabile che potrebbe finire in tribunale. Innanzitutto Casaleggio, insieme a Di Maio, nel 2017 ha costituito l'ultima associazione del M5s. E nello Statuto è messa nero su bianco l'interdipendenza tra Rousseau e il M5s.
Mentre Beppe Grillo è il proprietario del simbolo, concesso in seguito proprio all'Associazione Rousseau. Insomma, Casaleggio è stato destituito dai parlamentari ma secondo i documenti è ancora il dominus. La prossima battaglia sarà a carte bollate.
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