Piemonte e 3.800 Comuni. Le sfide dell'election day

Riflettori sulla Regione, duello Chiamparino-Cirio A Torino si cercano scrutatori tramite Facebook

Piemonte e 3.800 Comuni. Le sfide dell'election day

N on solo l'Europa: nell'election day di oggi, sono chiamati alle urne anche i cittadini di 3.800 Comuni per la scelta del sindaco, mentre in Piemonte si vota per eleggere il presidente della Giunta regionale e il Consiglio. Quattro i candidati presidenti: Sergio Chiamparino - governatore uscente, candidato per il centrosinistra -, Alberto Cirio - eurodeputato uscente sostenuto dal centrodestra -, Giorgio Bertola - consigliere regionale uscente per l'unica lista del Movimento 5 Stelle - ed il professore universitario Valter Boero per la lista unica de Il Popolo della famiglia.

Anche durante la campagna elettorale, il carattere moderato dei piemontesi non si è smentito e ad avere la meglio sono stati i toni bassi, pochi comizi in piazza e polemiche ridotte allo zero. Neppure il popolo trasversale dei «Sì Tav», ha saputo scaldare il dibattito.

Due mesi fa le quotazioni davano Chiamparino sotto di oltre dieci punti rispetto al suo primo avversario, il forzista Alberto Cirio ma gli ultimi sondaggi pubblicati, lo danno in rimonta. Questo però vale solo per il nome del presidente perché la situazione si ribalta considerando i partiti e l'onda del centrodestra che avanza in tutta Italia.

Una risalita, quella del Chiampa, fatta senza appoggi dei big del centrosinistra, lasciati volutamente fuori dal territorio piemontese, nel dubbio che portassero più danni che benefici. Il governatore uscente per riconquistare la sua poltrona ha girato come una trottola per tastare il polso della situazione, stringere mani, ricordare i risultati ottenuti e raccontare i progetti futuri. La sua campagna elettorale è iniziata molto prima di Cirio, che ha dovuto attendere l'ok degli alleati, ossia Lega e Fdi prima di iniziare il suo tour per le terre sabaude. Però ha avuto il sostegno dei leader: da Salvini a Meloni, fino a Berlusconi per la volata finale. Perché per il candidato del centrodestra sono soprattutto i partiti che fanno la differenza.

La rimonta di Chiamparino in queste ultime settimane la si deve anche alla possibilità del voto disgiunto. In una regione dove il sindaco di Torino, Chiara Appendino del M5s ha dimostrato di avere un'ottima sintonia con Sergio Chiamparino, la strategia adottata potrebbe essere quella di un accordo sotto banco per far votare Chiamparino presidente e dare il voto di preferenza ai grillini. Un piano ottimo sulla carta, meno nella realtà, nel momento in cui il cittadino si ritrova al seggio con due o anche tre schede in mano. Un gioco rischioso, che se non riesce porta ad invalidare il voto. Voto messo a rischio a Torino anche dalle tante rinunce di presidenti e scrutatori per la paga misera e che, fin nella tarda serata di ieri si cercavano con un appello su Facebook per far fronte alle 170 defezioni dell'ultim'ora. Tra i 3.

800 Comuni alle urne, ci sono cinque capoluoghi di regione: Firenze, Bari, Perugia, Potenza, Campobasso, nonché 22 città capoluogo di provincia: Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Cesena, Cremona, Ferrara, Foggia, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia. Al voto anche Pesaro e Urbino, che costituiscono provincia unica ma hanno sindaci diversi.

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