Pirino col gip scarica il killer "Io non sapevo della pistola"

Del Grosso non risponde alle domande, l'altro pusher lo accusa: «Eravamo lì solo per rubare i soldi»

Pirino col gip scarica il killer "Io non sapevo della pistola"

S cena muta. Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i 21enni accusati di aver ucciso in concorso fra loro Luca Sacchi, si avvalgono della facoltà di non rispondere alle domande del gip. Pirino, però, «scarica» l'amico con una dichiarazione spontanea. «Non sapevo che fosse armato. Sapevo solamente che avremmo dovuto fare un furto». Punto. Una rapina finita malissimo per Luca, 24 anni, che assieme alla sua fidanzata, Anastasiya Kylemnyk, 25 anni ucraina, voleva acquistare droga. Marijuana per loro e per i loro amici, i ragazzi bene del pub alla Caffarella. Un bel po' di «erba» a giudicare dalla mazzetta di denaro che Anastasiya fa vedere a un emissario. Un «cavallo» partito da San Basilio per valutare l'affidabilità dei clienti. Il gip ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. I reati? Concorso in omicidio aggravato, detenzione e porto abusivo di arma da sparo, rapina.

Alessandro Marcucci, legale di Valerio del Grosso, il 21enne che ha premuto il grilletto della 38 special da cui è partito il colpo alla testa fatale per Luca, spiega: «Non voleva uccidere nessuno». Uscendo dall'interrogatorio di garanzia Marcucci sottolinea: «Si è avvalso della facoltà di non rispondere, rimandiamo a un'altra occasione il confronto con i magistrati. Del Grosso è molto provato e dispiaciuto per quello che è successo. È un dramma che ha investito più famiglie. La mamma è distrutta, come è normale che sia». È proprio la donna, Giovanna Proietti, a mettere gli inquirenti sulle tracce dei due assassini in fuga, uno nascosto sul terrazzo di un amico a Tor Pignattara, un altro in un residence a Tor Cervara. Una madre coraggio che non ci ha pensato troppo quando l'altro figlio le ha raccontato quanto accaduto nel quartiere Appio Latino.

Un caso che resta ancora da chiarire quello che ha portato all'aggressione e alla morte del giovane personal trainer e al ferimento della sua compagna, centrato da un proiettile di grosso calibro il primo, da una mazza da baseball l'altra. Che ci avrebbero fatto con almeno 2mila euro di marijuana? Una zona bene, sottolineano i carabinieri del comando provinciale, che attira piccoli spacciatori come Valerio e «Paoletto». Due che non hanno difficoltà a trovare mezzo chilo di erba a San Basilio. O a recuperare un revolver come una P38. Un'arma che non lascia bossoli a terra, da criminali veri come quelli visti nelle serie tv, Gomorra, Romanzo Criminale, Suburra. Miti da tatuarsi sul petto per Pao Letto (il suo nick Fb), assieme all'immagine della Madonna. Una storia che la stessa Anastasiya non vuole chiarire nonostante decine di testimoni raccontano della compravendita di droga, tanto che per la 25enne ucraina non si escludono guai giudiziari e di certo verrà riascoltata nei prossimi giorni dal pm Nadia Plastina. Lei, davanti alle telecamere nega. «Droga? Ma no, Luca era al pub per stare appresso al fratellino».

A smentire le sue parole Valerio Rispoli, un amico di Del Grosso che ha vissuto le fasi precedenti al delitto. Rispoli - secondo l'ordinanza di arresto - viene incaricato da Del Grosso di verificare se persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare come convenuto la «merce». Il giovane racconta di essersi recato con Simone Piromalli «in via Latina, attorno alle 21,30 incontrando tale Giovanni Princi () al quale si presentava come inviato di Valerio.

In quel contesto una donna aveva lasciato uno zaino che lui stesso aveva constatato contenere soldi divisi in due mazzette da 20 e 50 euro. Accertata la presenza del denaro, la ragazza aveva ripreso lo zaino mentre arrivava Valerio Del Grosso che parlava con Giovanni della cessione di erba».

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