«Pistorius assassino ma per sbaglio» E adesso è già libero

Confermata la mano lieve dei giudici. L'atleta paralimpico esce su cauzione. In aula la disperazione della famiglia della vittima

«Pistorius assassino  ma per sbaglio» E adesso è già libero

In effetti, proprio soli al mondo nell'applicazione dell'ingiustizia non siamo. Mal comune nessun gaudio si potrebbe commentare nell'apprendere la portata della sentenza Pistorius, decisione unanime già ampiamente pronosticata dal nostro giornale. Come volevasi dimostrare per Oscar la condanna è stata solo per omicidio colposo: «Blade Runner» è già libero di tornare a farsi una birretta a casa dallo zio. Rischia dai 5 ai 15 anni di galera, ma potrebbe non passare neanche un giorno dentro. Il giudice ha, infatti, la facoltà di concedergli la libertà condizionata perché incensurato. Bingo.

Impassibile, in piedi, Pistorius ha ascoltato la tremolante lettura della sentenza da parte della giudice Thokozile Masipa, mentre seduti in prima i familiari di Reeva vacillavano. La mamma, immobile, con le labbra serrate fra i denti, incredula ha poi commentato: «Mia figlia è morta in maniera terribile, dolorosissima (i proiettili espansivi esplodono e lacerano i tessuti), ha sofferto immensamente». Il marito, al suo fianco, ripiegato sul banco, ha pianto ininterrottamente. L'atleta paralimpico è dunque colpevole di aver ucciso la fidanzata la notte di San Valentino dello scorso anno, ma solo «per errore». Già. Per la giudice «Pistorius sparò intenzionalmente attraverso la porta del bagno senza aver avuto intenzione di uccidere Reeva. Tecnicamente agì con negligenza». In Sudafrica l'omicidio colposo è punito con una pena massima di 15 anni di carcere, ma è possibile una semplice sospensione condizionale della pena con multa. I termini della condanna saranno comunque resi noti il 13 ottobre. In attesa sarà prolungata la libertà vigilata dell'atleta. La battaglia dei legali di Pistorius sarà, nel caso, evitare al loro assistito la famigerata prigione di Pretoria, nota per essere tra le più affollate e violente del Paese. Ma il grosso l'ha fatto la giudice che ha alleggerito Pistorius anche di buona parte degli altri capi di accusa: una serie di episodi in cui comunque il giovane aveva mostrato una propensione a un uso facile delle armi (è stato riconosciuto colpevole di negligenza solo per aver fatto partire un colpo da una pistola in un affollato ristorante di Johannesburg pochi mesi prima dell'omicidio di Reeva). Ma le belle notizie per Oscar non finiscono qui, il Comitato paralimpico internazionale si è detto pronto a riaprirgli le porte. Si sono fatti quattro conti.

La cronaca comincia alle 9 italiane con l'arrivo di Pistorius in tribunale a Pretoria. Volto teso, meno pallido del solito. Nonostante sapesse di essere già scampato all'ergastolo è stata dura l'attesa per la sentenza dell'atleta paralimpico che il 14 febbraio 2013 uccise la modella olandese Reeva Steenkamp sparandole attraverso la porta del bagno. Giovedì, nella prima parte dell'esposizione, la sessantaseienne giudice Thokozile Masipa aveva stabilito che Pistorius agì consapevolmente ma senza premeditazione. L'accusa non aveva prodotto prove sufficienti per dimostrare l'intenzione di uccidere. Dunque, caduto il capo di imputazione principale - omicidio volontario e premeditato - Pistorius ha evitato l'ergastolo. In patria solo critiche alla sentenza. Molti giuristi sudafricani si sono chiesti come fosse possibile escludere la premeditazione. «Sono scioccato», ha dichiarato il penalista Martin Hood.

Duro James Grant, professore di diritto penale alla Wits University di Johannesburg: «Come si fa a sparare in modo volontario 4 pallottole attraverso la porta di un bagno e non pensare di poter uccidere?». Già, come si fa?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica