Grillini e sinistra, opinionisti e presunti esperti di diritto lo avevano già condannato senza appello: Matteo Salvini va processato e condannato per il blocco dei porti del 2019. Invece non solo non la pensano così i pm che hanno in mano il suo fascicolo e che per ben due volte hanno chiesto il suo proscioglimento, ora anche il Gup il giudice che deve decidere sul rinvio a giudizio ha seri dubbi sulla fondatezza dell'ipotesi di reato (sequestro di persona). Al punto che ieri, invece che dare il via libera al processo, il Gup ha deciso per un approfondimento chiamando come testimoni il premier Conte, Di Maio, gli allora ministri Toninelli e Trenta oltre all'attuale ministra dell'Interno Luciana Lamorgese.
Il prototipo del colpevolista militante si chiama Gianrico Carofiglio, ex magistrato, ex senatore del Pd, oggi scrittore famoso per il suo ego smisurato che esibisce con arroganza in numerosi salotti televisivi. L'altra sera, ospiti io e lui da Lilli Gruber a Otto e mezzo, con un tono accecato dall'odio ha contestato la mia tesi innocentista sul leader leghista: lei non sa nulla di giustizia - mi ha apostrofato io invece ne so, conosco i codici e dico con certezza che il reato c'è stato. E giù con una complicata e noiosa lezioncina di diritto penale.
Carofiglio, in linea con la migliore tradizione della sinistra, spaccia per verità assoluta ciò che non lo è, come dimostra l'udienza di ieri nella quale più di un magistrato in servizio ha avuto seri dubbi o addirittura escluso la colpevolezza di Salvini. In quanto a seminare odio, a manipolare la realtà e abusare del potere (mediatico, politico o giudiziario che sia) i democratici Carofiglio d'Italia non sono secondi a nessuno, al loro confronto Matteo Salvini è una educanda.
Resto convinto che bloccare i porti in quel modo sia stata una mossa politicamente efficace, per quanto inutile (o comunque con effetti marginali) nella pratica.
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