Solo uno dei cinque poliziotti arrestati nei giorni scorsi a Verona per presunte torture ha parlato ieri nel corso degli interrogatori di garanzia davanti al Gip Livia Magri. Si tratta di Roberto Da Rold, il quale ha sostenuto di aver reagito con un gesto violento «a uno sputo». Un interrogatorio di un'ora e mezza, nel quale - spiega l'avvocato Massimo Dal Ben - l'agente ha fatto parziali ammissioni, contestualizzando le situazioni per le quali è indagato, ridimensionando le accuse di tortura. Il legale ha chiesto per il suo assistito la revoca o l'attenuazione della misura restrittiva. «Da Rold - aggiunge - ha alle spalle 23 anni di servizio alla squadra volanti, solo con encomi, mai una contestazione». L'ispettore Filippo Failla Rifici e gli agenti Alessandro Migliore e Loris Colpini si sono avvalsi invece della facoltà di non rispondere, come Federico Tomaselli, difeso dagli avvocati Stefano Casali e Michele Masso, che hanno preannunciato però a breve una memoria difensiva con «elementi oggettivi a discarico» dell'indagato. «Si tratta - ha precisato Casali - di attività che richiedono tempi tecnici. Dobbiamo ad esempio estrapolare da una body cam delle immagini riprese dagli agenti a loro tutela sui fatti contestati. Tomaselli aveva con sé la body cam, ma anche altri poliziotti ne avevano». Il Gip sentirà di seguito anche gli altri 17 agenti indagati, per i quali i magistrati avevano chiesto l'emissione di provvedimenti disciplinari.
Per quanto riguarda la posizione di Migliore, il principale indiziato per le violenze e per il falso in un verbale di perquisizione, non è prevista la presentazione di istanza al Tribunale del Riesame.Il Gip fisserà un incidente probatorio per verbalizzare e «fissare» le dichiarazioni delle presunte vittime dei pestaggi e l'udienza avverrà al termine degli interrogatori di garanzia.
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