Un governo di salvezza personale, più che nazionale, questo sarebbe un Conte ter. Le quotazioni per un terzo giro dell'avvocato di Volturara Appula a Palazzo Chigi sono però scese drasticamente nelle ultime ore, proprio mentre Pd e M5s gli giurano lealtà a parole, dietro le quinte già ragionano sui nomi da mettere in campo in un secondo giro di consultazioni se l'operazione di allargamento dell'attuale maggioranza fallisse. Conte, e il suo fidato Casalino, sono asserragliati a Palazzo Chigi da dove smistano veline per tentare l'impresa di superare indenni la terza crisi di governo in due anni e mezzo. Sui social il premier ha lanciato il suo ultimo appello a salvargli la poltrona, in cambio di un posto nella maggioranza di governo.
Un richiamo che per ora ha conquistato solo il folkloristico gruppo dei trasformisti in versione giallorossa, costituitisi in un gruppetto al Senato sotto l'altisonante nome di «Europeisti» (con due senatori residenti in Argentina e uno in Gran Bretagna, dei curiosi europeisti extra Ue), quindi Conte è fermo ai numeri insufficienti dell'ultima fiducia al Senato. L'ultimo disperato tentativo di Conte è l'apertura a Renzi, anche a costo di rimangiarsi l'impegno a non sedersi più al tavolo con il leader di Italia Viva, ora il premier sa che ricucire con per questo si appella «alle voci che hanno a cuore le sorti della Repubblica» per arrivare ad un suo nuovo governo «che offra una prospettiva di salvezza nazionale», e ammettendo che «i risultati raggiunti e le risposte date non sono apparsi all'altezza delle aspettative dei cittadini», un evidente messaggio di riconciliazione rivolto a Italia Viva, che da parte sua sta giocando a rimpiattino con Conte, dicendo «non ci sono veti», ma che «non c'è solo lui». Sembra che il premier abbia detto a Mattarella di essere pronto ad un Conte ter insieme al leader di Italia Viva. L'obiettivo è restare a Palazzo Chigi, costi quel che costi, anche farsi andare bene Renzi dopo aver detto mai più con Renzi. Ma lo spazio di manovra per Conte è diventato stretto e le possibilità che gli riesca il colpo si stanno riducendo.
Il rischio che corre è di perdere il potere e restare con le grane che l'incarico gli ha regalato. Quella del processo Gregoretti ad esempio, in cui è imputato il suo ex ministro Matteo Salvini ma nel quale sarà chiamato a dare chiarimenti, proprio stamattina, nell'udienza preliminare che si terrà eccezionalmente a Palazzo Chigi, lo stesso Giuseppe Conte. Il leader della Lega lo ha chiamato in causa, come ha fatto anche con altri ex ministri del primo governo Conte (a dicembre sono stati Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta), per dare evidenza al giudice sulla collegialità delle decisioni prese al Viminale circa lo sbarco ritardato della nave carica di migranti nell'estate 2019. L'udienza di Conte arriva con un fascicolo ricco di nuovi documenti: mail, lettere, corrispondenze tra Stati sullo sbarco di migranti che entrano nel procedimento. Nelle scorse settimane la difesa di Salvini ha chiesto la produzione di nuove carte al gup Nunzio Sarpietro che le ha acquisite. Il Presidente dei gup del Tribunale di Catania ha scritto al presidente del Consiglio, al ministro dell'Interno, al ministro degli Esteri per avere le carte richieste e ora la documentazione è stata inserita nel fascicolo dell'udienza preliminare. Si tratta di Sono decine di carte, tra cui mail tra la Presidenza del Consiglio e il Ministero degli Esteri o il Ministero degli Interni, e ancora lettere del premier Giuseppe Conte ad alcuni Capi di Stato. Oltre ad alcune informative al Parlamento sui migranti.
Dai documenti emergerebbe come il premier, durante gli sbarchi, chiedesse agli altri Stati membri la redistribuzione dei naufraghi. Il che dimostrerebbe la tesi fin qui sostenuta dai legali di Salvini, cioè appunto che il premier Conte condividesse la linea di aspettare la redistribuzione dei migranti prima di accordare lo sbarco.
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