Milano - E uno. Tocca al ministro per il Turismo, Daniela Santanchè, lo sgradevole ruolo di essere il primo esponente del nuovo governo a fare i conti con una iniziativa della magistratura. La Santanchè è indagata per false comunicazioni sociali. È quanto si evince chiaramente dalla documentazione con cui la Procura di Milano ha inoltrato al tribunale una richiesta di liquidazione giudiziaria dell'azienda che la senatrice di Fratelli d'Italia ha creato e gestito per anni: la società editrice Visibilia. Al momento di tornare in politica, la Santanchè ha dismesso la sua partecipazione nell'azienda. Ma la Procura e la Guardia di finanza hanno messo sotto ingrandimento i bilanci a partire dal 2016 e 2017, quando le redini dell'intero gruppo Visibilia erano saldamente nelle mani della imprenditrice piemontese.
Nella richiesta di liquidazione giudiziaria, il pm Roberto Fontana fa espressamente riferimento, quale sintomo dello stato di sofferenza dell'azienda, ai debiti per quasi un milione di euro maturati nei confronti del fisco e tradotti già in cartelle esattoriali pronte per essere messe all'incasso dal fisco. Su questo versante però Visibilia - come fanno sapere in serata i nuovi azionisti - è pronta a mettersi in regola, l'importo relativo è già stanziato e verrà versato nei prossimi giorni. La società «contesterà lo stato di insolvenza» negando che i debiti verso il fisco siano «elementi di prova di incapacità della società a soddisfare le proprie obbligazioni».
Il problema, stando a quanto viene scritto nel rapporto della Guardia di finanza, è che ai debiti verso l'erario si aggiunge una prassi di maquillage dei bilanci che negli ultimi cinque anni avrebbe portato a presentare agli investitori un quadro di salute di Visibilia assai migliore del reale. «Appare chiaro - scrivono gli investigatori in grigioverde - che il consiglio di amministrazione di Visibila già a partire dall'esercizio 2017 avrebbe dovuto approvare bilanci riportanti valori largamente diversi da quelli deliberati». Ci si trova di fronte, secondo la Gdf, alla evidenza «della irreversibilità dello stato di crisi in cui Visibila versa», della «assenza di prospettive di continuità aziendale» e alla «impossibilità presente e futura di produrre reddito».
Giudizi pesanti, come si vede, che portano la Finanza a denunciare gli amministratori di Visibilia con in testa la Santanchè (ma viene citato anche il suo compagno Dimitri Kunz d'Asburgo Lorena, consigliere dal 2016) per il reato di false comunicazioni sociali. L'iscrizione della senatrice nel registro degli indagati era a quel punto inevitabile.
Daniela Santanchè non lamenta una «giustizia a orologeria», e peraltro la denuncia del socio di minoranza di Visibilia che ha dato origine all'inchiesta porta la data del 10 giugno: significa che la Procura ha tenuto l'indagine silente per tutta la durata della crisi di governo e della campagna elettorale, in modo da non essere accusata di interferenze indebite. Ma ora la richiesta di liquidazione porta inevitabilmente tutto alla luce, e l'inchiesta fa irruzione sulla scena politica a undici giorni dal giuramento al Quirinale con cui la Santanchè ha ufficialmente assunto la carica di ministro del Turismo, dopo avere sonoramente battuto il rivale di centrosinistra Carlo Cottarelli.
La Santanchè non è solo un autorevole membro del governo: è uno dei nomi di spicco del partito del premier Giorgia Meloni, ed è tuttora coordinatrice regionale di Fdi in Lombardia. Ora l'inchiesta della Procura di Milano sembra dare il via a un film già visto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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