Roma - Il livellodi tensione istituzionale raggiunge livelli mai toccati negli ultimi quarant'anni. Una crisi di sistema in cui le due forze chiamate a formare un governo - che insieme mettono insieme circa il 50% dei voti - si schierano frontalmente contro il presidente della Repubblica e agitano lo spettro dell'impeachment o delle elezioni. Una linea dura sposata anche da Fratelli d'Italia.
In questo clima Sergio Mattarella annuncia nel suo discorso l'imminenza di «un'iniziativa». Passa poco più di un'ora e dal Quirinale una nota ufficiale annuncia la convocazione di Carlo Cottarelli.
Il nome è di quelli importanti, un tecnico che ha saputo raccogliere consensi presso tutte le forze politiche. In sostanza il Capo dello Stato è pronto ad affidargli l'incarico per guidare il Paese verso le elezioni, creando una figura che potenzialmente potrebbe assumere un rilievo e un profilo politico qualora si aprisse una campagna elettorale in cui - con un'ampia generalizzazione - saranno contrapposte forze pro-euro e forze anti-euro.
Appare scontato che il suo mandato sarà quello di traghettare il Paese verso il voto a ottobre, anche se il presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati ritiene che «non penso si andrà subito a elezioni, ci sono scadenze internazionali. E poi con la stessa legge elettorale avremmo risultato simile». Il paradosso è che il nome dell'economista cremonese è più volte entrato nel totonomi degli ultimi mesi anche come possibile premier di un governo Lega-M5s.
Cottarelli deve la sua fama soprattutto al suo incarico di «tagliaspese», o meglio di commissario alla spending review del governo Letta. Una missione finita con l'arrivo di Matteo Renzi che decise di ricondurre sotto la piena responsabilità di Palazzo Chigi l'individuazione dei tagli di bilancio, tagli alla prova dei fatti tutt'altro che incisivi e decisivi.
Cottarelli ha lavorato nel Servizio Studi della Banca d'Italia, ma la svolta arriva nel 1988 quando, dopo un anno passato all'Eni, diventa il direttore degli Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale. A Washington Cottarelli lavora per venticinque anni, ricoprendo incarichi importanti come capo della delegazione del Fondo Monetario Internazionale in paesi come Ungheria, Turchia, Regno Unito e anche Italia. Oggi è Direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano e nel secondo semestre dell'anno accademico 2017-18 anche Visiting Professor presso l'Università Bocconi di Milano, oltre ad avere una intensa attività come commentatore tv.
Nella sua parentesi da commissario alla spending review Cottarelli ha tentato di introdurre criteri virtuosi di spesa per ridurre gli sprechi negli acquisti pubblici, ha individuato aziende municipalizzate da chiudere, si è occupato di ferrovie e costi della politica. Ora per lui si apre una sfida altrettanto difficile, una missione forse ancora più impossibile di quella breve stagione da «Mister Forbici».
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