Il «Profeta» Fiesoli è ancora in libertà: la Cassazione lo ha scarcerato a luglio

Il verdetto d'appello non è definitivo, e la difesa ha fatto ricorso

Il «Profeta» è ancora in libertà. Rodolfo Fiesoli (nella foto), 78 anni, ha una condanna in secondo grado a 14 anni e 10 mesi di carcere per violenza sessuale e maltrattamenti, ma essa non è definitiva e il difensore del guru del Forteto, l'avvocato Lorenzo Zilletti, ha annunciato ricorso dopo che avrà letto le motivazioni. Per Fiesoli le porte del penitenziario di Sollicciano si erano aperte l'ultima volta il 23 dicembre dell'anno scorso, ma lo scorso 8 luglio è avvenuta la scarcerazione decisa dalla Cassazione. Nel provvedimento la Corte aveva anche disposto alcuni annullamenti del processo d'appello con rinvio. In autunno la Corte d'appello di Firenze ha istruito il nuovo procedimento e lo scorso 28 ottobre ha confermato la condanna.

«La pena non può essere ridotta solo in relazione all'età si legge nella nuova sentenza d'appello né può essere valutata come illegittima o incostituzionale per il fatto che egli potrebbe non sopravvivere alla sua durata». Niente attenuanti, dunque. In quella sentenza i giudici fiorentini hanno definito anche la condanna per Daniela Tardani, madre affidataria di un minore accusata di violenza sessuale di gruppo, e accolto quattro patteggiamenti a 2 anni. La sentenza conferma gli orientamenti già emersi in primo grado e nel primo processo d'appello: «Tutti i reati sono stati commessi all'interno di una comunità che aveva assunto tutti i caratteri di una setta», secondo l'impostazione data da Fiesoli.

Le testimonianze raccolte dalla commissione d'inchiesta della Regione Toscana e ribadite nelle aule di giustizia sono raccapriccianti. Bambini tolti a famiglie con genitori accusati di aver commesso violenze e abusi venivano affidati al «Profeta» e ai suoi accoliti, padri e madri affidatari, dove subivano altri soprusi ed erano sottoposti a pratiche omosessuali.

«Le numerose inchieste e i procedimenti penali si legge ancora nella sentenza di un mese fa hanno dimostrato in modo indiscutibile il carattere aberrante e penalmente rilevante delle teorie applicate e delle condotte tenute nella comunità».

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