Come senatore è stato eletto a Torino, ma è stato anche assessore al Comune di Roma. É renzianissimo, è un volto televisivo molto gettonato e un difensore coriaceo del premier e delle sue riforme. Alla luce dei risultati elettorali nelle due città - le sconfitte gemelle a opera di Virginia Raggi e Chiara Appendino - Stefano Esposito è diventato uno dei bersagli preferiti della Rete e dei social network. Le sue due città, infatti, cadute sotto i colpi della new wave grillina sono diventate il simbolo della sconfitta renziana e inevitabilmente lui che si è molto esposto è finito nel mirino. A posteriori rimbalzano nei vari post soprattutto le sue «profezie».
«Elezioni Torino? Chiara Appendino ha zero possibilità di battere Fassino al ballottaggio» disse il senatore Pd intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus. Esposito azzardò anche una previsione: «Fassino batterà Appendino 53 a 47», decidendo di fare concorrenza all’altra grande previsione-flop di area renziana, quella di Fabrizio Rondolino che alcune settimane prima aveva annunciato: «La Raggi non arriverà neppure al ballottaggio».
Esposito per dare forza alle sue convinzioni accettò anche una singolare scommessa legata a un’altra sua grande passione - quella per la Juventus - per la quale in passato finì nel mirino dei tifosi romanisti. Una fede calcistica mai maneggiata con prudenza: alla <CF201>Zanzara</CF> si definì tifoso juventino e «anti-romanista tanto da urlare tantissime volte Roma merda allo stadio e preferire la Lazio alla Roma». Prima del voto, invece, ha scommesso su Fassino mettendo in palio in caso di sconfitta una piccola umiliazione calcistica. «Se Chiara Appendino batte Fassino mi abbono al Torino? No, costa così poco l’abbonamento al Toro che sarebbe una scommessa senza senso. Però posso dire che sono così convinto della vittoria di Fassino che se dovessi essere smentito sarei pronto a farmi un selfie con la maglia del Torino». A Radio Cusano Campus subito dopo l’esito delle Amministrative e la vittoria di Chiara Appendino sotto la Mole la promessa è tornata a risuonare. Con tanto di telefonata al senatore. «Esposito, allora, noi aspettiamo il selfie», il memento dei conduttori radiofonici.
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