Sono volati gli stracci nell'ultimo plenum del Csm. Sul tavolo di Palazzo dei Marescialli c'era da approvare la delibera con cui autorizzare il prestigioso incarico di consiglieri della Corte di Cassazione a due magistrati nella quota riservata alle giovani toghe. Alcuni membri del Csm sono saltati sulla sedia quando hanno visto tra i papabili selezionati dalla commissione competente anche il nome di un giovane magistrato già «accusato» di aver copiato ampi stralci di articoli scientifici firmati da uno stesso membro del consiglio, il laico Fausto Gigliotti. Il quale alla notizia aveva già informato la commissione che doveva selezionare la rosa di candidati da portare poi al plenum. La proposta di mandare la giovane toga in Cassazione poi non è passata ma si è consumato lo scontro a colpi di reciproca indignazione per una proposta che, secondo molti, in plenum non ci sarebbe nemmeno dovuta arrivare. Basito lo stesso Gigliotti, il consigliere «copiato» dal magistrato junior che ambiva alla Cassazione. «Il problema non è un mio risentimento per non essere stato citato, non è questo il problema - ha detto - Il problema è che qui parliamo di una selezione che dovrebbe riguardare l'eccellenza scientifica dei magistrati. La domanda che ci si deve porre e non immaginavo fosse necessario porsi, è se un magistrato che pretende di partecipare a una selezione sulla base di titoli scientifici di eccellenza veramente possieda questa eccellenza, quando il metodo di costruzione dei suoi lavori è quello di assemblaggio di parti proprie con parti altrui, almeno per quello che ho potuto verificare in più di una circostanza».
Anche il laico Stefano Cavanna esprime indignazione da «un punto di vista di un cittadino di fronte a questa situazione. Gigliotti ha rilevato la copiatura nei suoi lavori. Il mio interesse è quello di verificare che procedimenti amministrativi in questo consiglio abbiano una logica e una moralità almeno questo è quello che spinge la mia azione da quando sono entrato qui dentro. Io posso capire tutto, ma col mio voto lui non ci va. Io la proposta che porta in Cassazione un magistrato che ha copiato delle parti di opere altrui non la voto. È in gioco il valore scientifico di questo magistrato e se ci sono episodi del genere per me il valore scientifico di un copiatore è pari allo zero, la commissione evidentemente non si è avveduta di questi profili».
Furioso anche il togato Nino di Matteo: «Esprimo il mio disagio e la mia profonda amarezza, in un momento nel quale la nostra credibilità come consiglio è fortemente incrinata da varie vicende, noi discutiamo per ore se premiare, perché di questo si tratta, con l'accesso in Cassazione un giovane magistrato che evidentemente alla spasmodica ricerca di un conseguimento dei titoli per la carriera è incorso in evidenti passi falsi. Speravo non si arrivasse nemmeno a questa discussione».
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