Il Perù è nel caos e, dopo Martin Vizcarra, allontanato dal Parlamento, ieri il secondo presidente in meno di una settimana, Manuel Merino che lo aveva sostituito in quanto presidente del Parlamento, è stato costretto ad andarsene. Motivo? Le proteste di piazza che sabato hanno causato la morte di due giovani, il ferimento di altri 92 ed oltre 40 desaparecidos. Questo il bilancio al momento in cui andiamo in stampa ma anche ieri il Perù è sceso in strada e, dunque, i numeri sono provvisori.
Per capire quanto accade in Perù partiamo dal 9 novembre scorso, quando con una votazione sorprendente il Parlamento approvava la «rimozione immediata» del presidente Vizcarra per «incapacità morale permanente». Era il secondo impeachment contro di lui in meno di due mesi. Il primo era stato attivato perché l'ex presidente aveva pagato di nascosto un cantante melodico, Richard Swing, per allietargli in pieno lockdown le notti non proprio «distanziate socialmente» nel Palazzo presidenziale. L'ex presidente aveva chiesto il silenzio alle sue segretarie sugli incontri notturni segreti con l'ugola d'oro, ma le telefonate delle due assistenti erano finite su tutte le tv del Perù, sputtanandolo non poco, anche se poi quell'impeachment ridicolo era stato respinto dal Parlamento. Quello del 9 novembre l'accusa è aver intascato stecche per oltre 600mila euro da imprese di costruzioni quando nel 2014 era ancora un semi-sconosciuto governatore è invece andato a buon fine, anche se sulla legittimità costituzionale rimangono dubbi enormi, come denunciato per primo dal Premio Nobel per la letteratura, Mario Vargas Llosa. Ieri Vizcarra, che è senza partito, ha chiesto al Tribunale Costituzionale, sinora silente, di pronunciarsi sulla costituzionalità o meno di cacciare un presidente per «incapacità morale permanente», un assurdo giuridico secondo gran parte dei giuristi. Anche perché a parte poche eccezioni, quasi tutti i 105 parlamentari degli altri schieramenti che hanno votato per il suo allontanamento appartengono a quanto di peggio esiste nella politica peruviana. Dal fujimorismo di Keiko, la figlia di Alberto, al partito Unión Por el Perú, il cui massimo alleato è il Fronte patriottico guidato da Antauro Humala, un militare ex golpista che dal carcere spera in un indulto. Magari per candidarsi alle prossime presidenziali. Inoltre 65 dei parlamentari che hanno votato contro Vizcarra hanno accuse di corruzione a loro carico peggiori di quelle usate contro l'ex presidente. Il Tribunale Costituzionale dovrebbe pronunciarsi dopodomani e un clamoroso ritorno di Vizcarra alla Presidenza è possibile.
Di certo c'è che Lima era già una bomba pronta per esplodere da tempo, nel caos socio-economico causato da un'epidemia Covid gestita in modo pessimo. Nonostante un lockdown di 8 mesi interrotto poche settimane fa, infatti, oggi il Perù conta il più alto numero di morti al mondo per milioni di abitanti, dopo il Belgio.
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