
Scontri più o meno accesi, punzecchiature a distanza, le diversità di vedute sulla politica estera e sul riarmo europeo. Dopo alcuni giorni di fibrillazioni, governo e maggioranza mettono da parte le armi dialettiche e ricordano a tutti che l'unità, sia pure nella diversità, è prerogativa naturale del centrodestra.
Un recupero dell'armonia interna che arriva proprio nel giorno in cui il governo Meloni diventa il quinto esecutivo più longevo dell'Italia repubblicana. Un primo traguardo che rappresenta, a detta di tutti gli esponenti del centrodestra, solo un successo di tappa visto che il governo è destinato a durare ancora a lungo.
«Noi siamo parte della famiglia del Partito popolare europeo, Fratelli d'Italia fa parte della famiglia dei Conservatori, la Lega fa parte della famiglia dei Patrioti. È ovvio che si voti in maniera diversa» dichiara Tajani: «Non siamo preoccupati» del diverso voto sul riarmo. Il ministro degli Esteri sottolinea anche che non c'era alcun riferimento alla Lega nella frase sui partiti populisti quaquaraqua. «Stavo parlando del lavoro fatto dai giovani di Forza Italia dicendo che i partiti populisti non affrontano seriamente i problemi e lavorano solo per slogan», sottolinea il vicepremier azzurro. «Non ho mai parlato della Lega e credo che Salvini l'abbia capito molto bene».
Se Tajani stempera i toni, lo stesso fa Fratelli d'Italia. «Non esiste alcuna tensione all'interno del governo» dice il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida. «Questa mattina molto presto ho parlato con il collega Salvini. Avevamo notato che senza esserci sentiti avevamo detto le stesse cose. Il rapporto di collaborazione è ottimo». E Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera, aggiunge: «La maggioranza non è composta da un partito unico, ma da tre partiti che stanno insieme da 30 anni e che hanno trovato sempre una sintesi. Il fatto che Salvini promuova il suo ministero presso l'amministrazione degli Usa... Beh, troverei sbagliato il contrario» fa notare parlando a Skytg24. «In un momento in cui con i dazi - per cui c'è preoccupazione - c'è necessità di aprire nuovi mercati, riteniamo che sia assolutamente normale e utile». E l'azzurro Raffaele Nevi giura: «Il programma l'abbiamo scritto insieme. Noi facciamo sempre sintesi».
Per la Lega chi si fa carico di vestire i panni del pompiere è Federico Freni. «C'è una sola cosa che il centrodestra non ha mai fatto: dividersi. C'è una sana dialettica interna che non viene mai superata, parliamo tra noi, talvolta siamo d'accordo e altre no. Lavoriamo insieme da vent'anni e lo faremo per altri venti», dice ospite di Un Giorno da Pecora. Poi sulla telefonata tra Matteo Salvini e J. D. Vance il sottosegretario al Mef aggiunge: «Loro hanno un rapporto che precede la vicepresidenza di Vance, si conoscevano da tempo, non c'è nulla di strano».
Sullo sfondo c'è un annuncio che non passa inosservato. Giorgia Meloni fa sapere che sabato mattina parteciperà a Roma al Congresso di Azione.
Una presenza destinata inevitabilmente a far discutere - in un periodo storico in cui i confronti pubblici tra maggioranza e opposizione sono sempre più sporadici - e a scattare qualche suggestione sulla possibilità di un dialogo tra il centrodestra e il partito di Carlo Calenda.
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