Prove di intesa a Riad. Kiev pronta a firmare su tregua e terre rare

Dopo l’umiliante messa in scena alla Casa Bianca, Usa e Ucraina tornano a parlarsi in Arabia. Sul tavolo la sospensione dello stop alle notizie di intelligence e alle forniture di aiuti militari

Prove di intesa a Riad. Kiev pronta a firmare su tregua e terre rare
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Prove di dialogo tra Usa e Ucraina dopo il disastroso incontro alla Casa Bianca tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump. Kiev si presenta ai colloqui cruciali con Washington in Arabia Saudita con la proposta di una tregua parziale con Mosca, mentre il tycoon riapre sulla sospensione dell'intelligence. Secondo quanto rivelato da un alto funzionario ucraino alla vigilia dei negoziati, gli emissari di Kiev proporranno un «cessate il fuoco che copra il Mar Nero e attacchi missilistici a lungo raggio, nonché il rilascio dei prigionieri». E forse anche un accordo con gli Stati Uniti sull'accesso alle terre rare. Una mossa con cui secondo le fonti del Financial Times sperano di convincere Washington a tornare sui suoi passi sul congelamento degli aiuti militari e la condivisione dell'intelligence, e che d'altronde il segretario di stato Usa Marco Rubio, arrivato ieri a Gedda, definisce «promettente». Anche Zelensky è nella città sul Mar Rosso per vedere il principe ereditario Mohammed bin Salman, prima dell'incontro tra la sua delegazione e quella americana: l'Ucraina è favorevole a un «dialogo costruttivo», ma vuole che i suoi interessi siano «tenuti in considerazione», sottolinea. E in ogni caso è convinto che l'incontro sarà «produttivo». Trump, da parte sua, fa sapere che gli Stati Uniti sono vicini a revocare la sospensione della condivisione di informazioni di intelligence. «Ci siamo quasi», risponde a chi gli chiedeva del blocco. Ma allo stesso tempo avverte che l'Ucraina deve essere «seria» nelle trattative. L'obiettivo dei colloqui è «definire un quadro per un accordo di pace e un cessate il fuoco iniziale», spiega l'inviato del tycoon, Steve Witkoff, confermando che «la condivisione di intelligence sarà discussa negli incontri di questa settimana», da cui precisa di attendersi sostanziali progressi. «Le tattiche sono cambiate», spiega all'Ft Volodymyr Fesenko, analista politico di Kiev: «Ora la cosa più importante è normalizzare le relazioni con gli Usa e, se prima il piano era di ottenere prima le garanzie di sicurezza e poi spingere per un cessate il fuoco, ora è ovvio che l'ordine sarà diverso. Trump dice che l'Ucraina non vuole una tregua, quindi il nostro obiettivo è dimostrare che siamo pronti ad agire il più rapidamente possibile e ad avviare negoziati diretti con Mosca». Anche Rubio a Gedda ha in programma di vedere bin Salman, afferma che per gli Stati Uniti è importante «stabilire chiaramente le intenzioni dell'Ucraina» sulla pace e avere la certezze che «sia pronta a fare cose difficili, come faranno i russi». Anche lui auspica di poter «risolvere» la questione del taglio degli aiuti Usa a Kiev durante i colloqui, a cui partecipano anche Witkoff e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Ieri, intanto, il primo ministro britannico Keir Starmer ha avuto una conversazione telefonica con Trump per discutere in particolare dell'obiettivo di «una pace duratura in Ucraina», aggiornandolo sulle iniziative diplomatiche di Londra, e nello stesso tempo sperando in «un esito positivo» dei colloqui in Arabia Saudita, tale da «permettere una ripresa del sostegno militare e d'intelligence» di Washington. Il Cremlino, invece, fa sapere che Russia e Usa sono ancora «nella fase iniziale del percorso» negoziale per ripristinare le loro relazioni e il cammino che li attende «è piuttosto lungo e difficile».

Il portavoce Dmitry Peskov sottolinea tuttavia che «i due presidenti hanno espresso la volontà politica in questa direzione», e nonostante Trump e Putin abbiano avuto finora una sola conversazione telefonica, si è trattato di un momento «abbastanza costruttivo per dialogare e risolvere i problemi».

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