Prove video per ottenere il Superbonus. Le imprese si ribellano: "Non è serio"

Le banche ora chiedono immagini certificate sui lavori eseguiti

Prove video per ottenere il Superbonus. Le imprese si ribellano: "Non è serio"

Ieri il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto Aiuti bis. La terza lettura si è resa necessaria a causa della soppressione alla Camera dell'emendamento che eliminava il tetto di 240mila euro agli stipendi dei manager pubblici. Il dl, oltre a confermare i sostegni contro il caro-energia, chiude la lunga diatriba sulla cessione dei crediti fiscali per il Superbonus 110% stabilendo che la responsabilità di chi cede il beneficio a un intermediario finanziario scatta solo in caso di dolo o colpa grave. Ma per una lunga polemica che si chiude, si è aperto un altro fronte proprio su una norma pensata per far ripartire il mondo dell'edilizia dopo il Covid.

L'oggetto del contendere è il video che Deloitte, società di consulenza che gestisce la cessione del credito per conto di alcune banche, ha chiesto ai tecnici asseveratori per illustrare rapidamente i lavori effettuati. Una prova «anti-frode», secondo i diretti interessati, che però ha suscitato le proteste proprio dei tecnici, degli architetti e degli ingegneri. L'Oice, aderente a Confindustria, l'ha definita «un'ulteriore inutile incombenza a carico dei professionisti», mentre gli architetti si dicono «sconcertati» per la pretesa di un adempimento «non obbligatorio e non richiesto dalla normativa». I periti industriali non hanno usato mezzi termini parlando di «Grande fratello». La Rete Professioni Tecniche ha espresso «la più assoluta indignazione per questa incredibile iniziativa» che deve essere assolutamente respinta in quanto «questa complicazione procedurale non trova alcun tipo di appiglio normativo». Se lo scopo fosse scoraggiare eventuali truffe, «l'effetto è del tutto nullo», conclude l'associazione

Ci sono anche delle buone notizie, invece, relativamente alle verande. Le vetrate scorrevoli, amovibili e totalmente trasparenti, in grado di ridurre la dispersione termica e favorire il risparmio energetico, rientreranno d'ora in poi nell'edilizia libera, e potranno quindi essere realizzate senza alcun titolo abilitativo, certificazione o autorizzazione. La semplificazione arriva nel decreto Aiuti bis che ha appena ottenuto il via libera definitivo del Senato e si appresta a diventare legge. Ad essere inseriti tra le attività di edilizia libera previste dal Testo unico sull'edilizia saranno sono le cosiddette «Vepa», le vetrate panoramiche, «dirette ad assolvere funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, miglioramento delle prestazioni acustiche ed energetiche, riduzione delle dispersioni termiche, di parziale impermeabilizzazione delle acque meteoriche, dei balconi aggettanti dal corpo dell'edificio o di logge rientranti all'interno dell'edificio.

Purché - viene specificato - tali elementi non configurino spazi stabilmente chiusi con conseguente reazione di volumi e di superfici». Non dovrà insomma essere creata «nuova volumetria» e non si potrà comportare «il mutamento della destinazione d'uso dell'immobile».

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