Lo psicodramma della sinistra fra sospetti e paure. "È scioccante"

Letta rompe il silenzio: "Scandaloso e inaccettabile. Quello che emerge è un danno ai nostri ideali". Bonaccini si aggrappa alla "questione morale". E Renzi: "E accusavano me di tradire i valori. Quali?"

Lo psicodramma della sinistra fra sospetti e paure. "È scioccante"

Il cratere del Qatargate, che si allarga di ora in ora, risucchia dentro il Pd. La lava travolge la sinistra e la questione morale piomba al Nazareno, scatenando uno psicodramma. Il conflitto è tra chi cerca di alzare la bandiera della legalità e chi teme di essere travolto dall'inchiesta belga sul gigantesco giro di mazzette tra emissari del Qatar ed esponenti politici dei socialisti europei.

Quelle valigie piene di soldi, partite da Doha e consegnate a europarlamentari della sinistra, pesano come un macigno. Le scene che arrivano da Bruxelles sono un pugno nello stomaco: l'ala al sesto piano del Palazzo del Parlamento europeo, quella riservata al Pd, è sigillata dai nastri della polizia giudiziaria. Il colpo è duro. A nulla vale il tentativo di allontanare lo scandalo dal Nazareno: «Siamo parte lesa, ci costituiremo parte civile», fanno sapere fonti dem. E l'ex segretario con il dente avvelenato si gode la vendetta: «Tutto è nato da un ex parlamentare europeo che se ne andò dal Pd perché diceva che io ero contro i valori della sinistra. Ma quali erano questi valori?» attacca Matteo Renzi.

Il segretario dimissionario Enrico Letta, dopo giorni di silenzio, trova le parole per commentare lo scandalo che inchioda la sinistra: «Le notizie dell'inchiesta che abbiamo ascoltato raccontano qualcosa di scandaloso e inaccettabile. Quelle vicende fanno un danno gravissimo all'Ue e alla democrazia. È un danno a noi, ai nostri ideali. Le istituzioni reagiscano in modo inflessibile, la magistratura faccia il suo dovere. Quella non è la nostra Europa, è la più lontana possibile dai nostri ideali, la nostra Europa è quella della purezza degli ideali e del coraggio di David Sassoli».

Il leader del futuro, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e candidato al congresso, cerca di cavalcare l'inchiesta per presentarsi con l'abito del nuovo Berlinguer: «Su un punto non si discute: se l'onestà personale deve essere un prerequisito per l'esercizio della politica - per ogni attività economica e sociale, sia chiaro, ma certamente a partire da chi ricopre funzioni pubbliche - la questione morale deve essere in testa alle nostre priorità. Non c'è sano e vero garantismo senza l'esercizio di questa responsabilità. Chi pensa e agisce al contrario non può far parte del Pd, in nessuna maniera o ruolo». E poi ancora: «Nel Pd la rappresentanza degli interessi collettivi non consente forme di coesistenza o intreccio con la rappresentanza di interessi privati. È la questione morale di cui ci ha parlato Enrico Berlinguer. Chi la pensa diversamente deve stare o essere messo fuori».

Il segretario della Cgil Maurizio Landini non fa sconti: «È una cosa gravissima. E penso addirittura che se qualcuno ha utilizzato la sua attività politica o la sua attività sociale per far soldi e per la corruzione credo sia più grave ancora». Andrea Orlando la butta sulla psicoanalisi: «Dobbiamo capire quali sono i meccanismi che consentono queste dinamiche, i tarli che possono aver scavato questo vero cratere morale, non dobbiamo semplicemente limitarci alla condanna, ma capire come si stronca questo fenomeno, come si superano alcune modalità di interlocuzione tra interessi privati e istituzioni e anche tra paesi esteri e istituzioni, questo è un punto su cui riflettere».

In attesa che l'ex ministro del Lavoro trovi la soluzione alla sua analisi, ci sono le valigie di soldi che parlano chiaro. Eppure il Pd vuole smarcarsi dall'inchiesta che però avanza sempre nella stessa direzione: la traiettoria delle banconote partite dal Qatar e dirette ai socialisti. Ieri la plenaria del Parlamento europeo ha rimosso Eva Kaili, l'eurodeputato S&d.

Mentre gli uffici dell'assistente dell'eurodeputato Pietro Bartolo all'Eurocamera di Strasburgo sono stati posti sotto sigillo. I riflettori degli inquirenti sono puntati sul legame tra la sinistra europea ed italiana e gli emissari dell'Emirato di Doha. È il filo rosso che fa impazzire i democratici italiani.

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