
Esserci stati significa poco, c'è da spiegare le peculiarità di uno stato che ha gli abitanti di Trapani (55mila) e le dimensioni dell'Arabia (anche se sulle mappe sembra molto più grande) e questo a un immaginario che faticherebbe a distinguere un paesaggio della Groenlandia da uno della Lapponia (nord Finlandia, Russia, Svezia e Norvegia) da uno della Siberia, dell'Alaska o dell'alto Canada: peculiarità e differenze che pure ci sono. In ordine sparso: la Groenlandia è la più grande isola non continentale al mondo e la meno densamente popolata della Terra, sino al 1814 apparteneva alla Norvegia ma poi passò alla Danimarca, che nel 1953 le concesse l'autogoverno; come territorio danese faceva perciò parte della Comunità europea, sinché decise di uscirne grazie a un referendum del 1982 (una «Grexit») mentre un altro referendum del 2008 ne trasferì i poteri e soprattutto le risorse naturali. Una divisione mai chiarissima, visto che la Danimarca mantiene il controllo su finanze, politica estera e difesa militare, e paga all'isola un sussidio annuale che corrisponde al 30% del Pil.
Per non parlare solo di miniere e giacimenti, si può osservare che la Groenlandia ha il più alto tasso di suicidi al mondo con un tasso triplo rispetto alla seconda classificata (la Lituania) e otto volte più alto della media mondiale: è anche il paese col più alto tasso di aborti (nel 2000 superarono le nascite) ed è la regione della Terra che più assomiglia al continente antartico, dove infatti non vive nessuno. In compenso, riescono anche ad avere un'incidenza altissima di malattie sessuali, di alcolismo e di violenza su minori. Al nord si toccano i -60° (la calotta glaciale giunge a uno spessore di tre chilometri) mentre il sud è più mite, e su fiordi e isolotti sorgono quasi tutti gli insediamenti umani. Non c'è una rete stradale, non ci sono ferrovie e ci si sposta solo via nave o in aereo. C'è un solo aeroporto internazionale più quattro per i voli interni. La capitale è Nuuk, ha 19mila abitanti, la temperatura media è sottozero, ma ospita un'università con 600 studenti che studiano anche teologia e giornalismo. Il 90% dei groenlandesi è di origine inuit (gli altri sono danesi) che poi sono gli ex eschimesi, i quali hanno sofferto moltissimo la campagna di Greenpeace che portò al divieto di caccia alle foche e creò gravissimi problemi di sopravvivenza, perché le foche, per secoli, erano state il principale mezzo di sostentamento.
Comprendere la mentalità inuit non è sempre facile. Gli Stati Uniti tentarono di «comprare» la Groenlandia già nel 1868 e nel 1946 (offrirono 100 milioni di dollari) e oggi, secondo un sondaggio del gennaio scorso, l'84% dei groenlandesi vorrebbe l'indipendenza dalla Danimarca, ma solo un 6% vorrebbe l'annessione agli Stati Uniti.
A Kvanefjeld c'è il sito di terre rare più ricco del pianeta (che contiene elementi fondamentali per la transizione energetica perché trovano impiego, tra l'altro, nelle auto elettriche e nelle turbine eoliche) ma il partito di sinistra Inuit Ataqatigiit, nel 2021, ha deciso di chiudere il giacimento. Niente foche. Niente giacimenti. Solo pesce, che però ha una caratteristica: non è buono.
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