Pusher, banditi e terroristi. Ecco il reddito di criminalità

Non è il reddito di cittadinanza, è il reddito di criminalità. Il sussidio pubblico (costo 26 miliardi di euro in un triennio) voluto dal Movimento Cinque Stelle è stato un drammatico flop

Pusher, banditi e terroristi. Ecco il reddito di criminalità

Non è il reddito di cittadinanza, è il reddito di criminalità. Il sussidio pubblico (costo 26 miliardi di euro in un triennio) voluto dal Movimento Cinque Stelle è stato un drammatico flop, la percentuale di beneficiari che ha trovato un nuovo lavoro è irrisoria mentre i navigator vengono pagati per non fare nulla. Ma fosse solo questo. Oltre a rivelarsi un clamoroso insuccesso e un salasso per le casse pubbliche il reddito grillino si è dimostrato anche un regalo per criminali, mafiosi, spacciatori, terroristi, delinquenti abituali, truffatori ed evasori fiscali. Tutta gente che ovviamente non dichiara i proventi delle attività illecite o il reddito da lavoro nero e quindi risulta nullatenente o disoccupato, proprio i requisiti per ottenere l'assegno statale (generoso, anche oltre mille euro al mese) pagato dalle tasse altrui. I casi, scoperti dalla Guardia di Finanza, si contano ormai a centinaia. Giusto l'altro giorno i militari hanno scoperto trenta detenuti per associazione mafiosa, nel foggiano, che percepivano il reddito di cittadinanza, direttamente dal carcere, ovviamente senza averne i requisiti. A Firenze, invece, dopo un controllo sui percettori di Rdc con condanne penali, hanno trovato 41 persone che avevano omesso di indicare nelle domande la condanna per gravi delitti (tra cui associazione mafiosa) per cui è inibito il sussidio, mentre altri si erano «dimenticati» di avvertire l'Inps di essere in galera o ai domiciliari. Per mafiosi, camorristi e 'ndranghetisti il fatto di avere il reddito di cittadinanza sembra diventata una prassi abituale. Tra maggio e giugno sempre la Gdf ha scoperto in Calabria quasi 150 tra boss e gregari delle maggiori cosche di 'ndrangheta tutti beneficiari del reddito di cittadinanza. A Salerno, invece, sgominata una banda specializzata in contrabbando di sigarette, finti indigenti con il reddito di cittadinanza. A Palermo, poi, si è scoperto che un mafioso del clan di Brancaccio si pagava gli arredi pacchiani (leoni, idromassaggio, fari cangianti) della megavilla a Ficarazzi con i 900 euro mensili del reddito di cittadinanza.

Ma il sussidio copre tutti i rami della criminalità. Anche molti pusher di droga hanno fatto regolare domanda e ottenuto il bonus dall'iInps. Come lo spacciatore arrestato a Siracusa con 327 dosi di cocaina, dotato di Porsche e reddito di cittadinanza. Anche due terroristi anarco-insurrezionalisti arrestati a Bologna prendevano il reddito di cittadinanza. Del resto, si scoprì che il sussidio lo riceveva anche Piero Maso, condannato per aver ucciso a sprangate i genitori, reato compatibile, secondo la legge partorita da Di Maio e soci, con l'assegno statale. Come pure ex brigatisti dl calibro di Raimondo Etro, condannato a 20 anni e sei mesi per concorso nel sequestro Moro, beneficiario del Rdc (poi, dopo la polemica, gli è stato sospeso). Nelle cronache degli ultimi mesi, tra i casi di beneficiari di reddito di cittadinanza senza averne diritto, si trova di tutto: persone arrestate per detenzione di esplosivi, narcotrafficanti, evasori totali, parcheggiatori abusivi, svaligiatori di appartamenti, zingari dediti ai furti, rapinatori. Tutti con il bonifico mensile dell'Inps, ottenuto in quanto «indigenti». Tanto basta dichiarare un'Isee falso, una scherzo per gente abituata a commettere crimini.

Senza contare poi le innumerevoli frodi scoperte della Fiamme Gialle, persone con lavori in nero, patrimoni o immobili intestati che si dichiara povero e ottiene il reddito grillino. Una misura costosa, che disincentiva il lavoro, utilissima per i delinquenti che così arrotondano. Peggio di così era difficile fare.

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