La tappa russa del viaggio di François Hollande per costruire una coalizione internazionale contro lo Stato islamico dopo gli attentati di Parigi ha assicurato al presidente francese il sostegno di Vladimir Putin. «Il terrorismo è il nostro nemico, ha un nome, lo Stato islamico», ha detto Hollande.Benché su due fronti opposti nella guerra in Siria - Mosca assieme a Teheran appoggia il regime di Bashar El Assad mentre Parigi con Washington e Bruxelles preme per l'uscita di scena del rais siriano - i due Paesi concordano sulla necessità di una lotta contro Isis. Il presidente russo ha detto ieri d'essere pronto a cooperare negli sforzi anti-terrorismo in Siria. Gli attacchi a Parigi e l'abbattimento di un aereo russo sul Sinai egiziano, azioni rivendicate dallo Stato islamico, «uniscono i nostri sforzi contro il male comune», ha detto.La tenuta di una coalizione internazionale è messa però in dubbio dalla difficoltà di far cooperare Paesi che, nonostante l'obiettivo comune, si trovano nel mezzo di tensioni senza precedenti proprio a causa del conflitto in corso. Hanno rilasciato molte dichiarazioni ieri i politici turchi - che negli equilibri di questa guerra sono schierati sulle posizioni francesi - e quelli russi. Il feroce contrasto tra i due Paesi non accenna a diminuire dopo l'abbattimento martedì di un jet russo da parte della Turchia. Ankara sostiene che l'aereo volasse nei suoi cieli, la Russia nega. «Non abbiamo alcun motivo di colpire la Russia, con la quale abbiamo relazioni forti - ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citato dal quotidiano Hurriyet - l'aereo è stato abbattuto nel rispetto delle regole di ingaggio annunciate in precedenza. La nazionalità dell'aereo era sconosciuta al momento dell'incidente».Le dichiarazioni in arrivo da Ankara sembrano indicare la volontà di trovare una soluzione diplomatica, senza però abbassare i toni: «Non abbiamo bisogno di scusarci, quando abbiamo ragione», ha detto il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, dopo aver spiegato come Ankara si sia già scusata in una telefonata con il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov. La Russia è «un partner strategico», ha detto Erdogan, che a France 24 ha rivelato che Putin non avrebbe risposto alle sue telefonate. Il leader russo ha definito l'abbattimento del jet «una coltellata nella schiena». E il suo governo ha iniziato ieri a lavorare a un pacchetto di sanzioni economiche contro la Turchia, da quelle agricole a quelle energetiche. Decine di camion turchi sono già stati fermati alle frontiere, 50 uomini di affari in viaggio nella cittadina russa meridionale di Krasnodar sono stati fermati per presunte irregolarità dei loro visti, saranno forse espulsi. L'ambasciatore russo in Turchia è stato per questo convocato ieri dal ministero degli Esteri di Ankara. Erdogan ha dovuto anche negare di aver comperato petrolio dall'Isis, dopo essere stato accusato dai vertici di Mosca (il dipartimento del Tesoro americano ieri ha invece imposto sanzioni a un uomo d'affari siriano che acquisterebbe per Damasco il greggio dai jihadisti).Il presidente turco ha ricordato come la politica turca contro Isis «sia stata chiara fin dall'inizio» e accusato il Cremlino di sostenere «il terrorismo di Stato» di Assad. Il ministero degli Esteri di Mosca, citando minacce terroristiche, ha chiesto ai suoi cittadini di cancellare viaggi in Turchia o tornare dal Paese il prima possibile.
Secondo le autorità russe, se sanzioni fossero imposte da Mosca, il prossimo anno la Turchia potrebbe perdere oltre il 40% dei turisti (4,5 milioni i russi quest'anno), con danni per Ankara attorno ai 10 miliardi di dollari l'anno. Anche l'economia russa, però, destinata a contrarsi del 3,8%, risentirebbe di misure contro il commercio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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