
Tenersi i territori occupati con la possibilità di prenderne altri se e quando lo vorrà. Basta sanzioni occidentali. Zelensky fuori dai piedi. Amnistia per i crimini di guerra. E via sereno, come se nulla fosse successo negli ultimi tre anni. La pace secondo Putin avrebbe contorni farseschi se il tema in questione non avesse al centro la tragedia di una guerra. Ma lo zar ci prova, ci riprova, confonde le acque, usa la forza delle armi e la mistificazione delle bugie per condizionare il resto del mondo al suo volere. O almeno provarci. Ma anche in questa dialettica fuori dalla realtà, ci sono parole e proposte che non riescono a fare breccia nemmeno tra i più ferventi sostenitori di Putin e finiscono per essere respinte da tutti. L'ultima, è quella di instaurare in Ucraina un regime di transizione sotto l'egida dell'Onu in attesa delle elezioni, proposta che ha ricevuto un secco «no» da chiunque nel mondo.
Del resto quando Putin parla come ha deciso di fare ieri, non va per il sottile. Prima ha detto che siccome «le nostre forze hanno l'iniziativa strategica lungo l'intera linea di contatto», «li abbatteremo, ci sono motivi per credere che li elimineremo», riferendosi agli ucraini. Non proprio parole che collimano con l'intenzione di arrivare alla pace. Del resto nella sua personalissima narrazione condita da bugie in serie, ribadita ancora una volta, «la Russia è stata costretta, con mezzi armati, a tentare di porre fine a una guerra che non aveva iniziato», aggiungendo che «la Russia è favorevole a una soluzione pacifica della crisi in Ucraina, a condizione che vengano rimosse le cause profonde del conflitto», ovvero, di fatto, l'Ucraina stessa. Per poi arrivare alla sprata principe della giornata durante la visita alla base di sottomarini nucleari a Murmansk. Un'amministrazione transitoria per l'Ucraina sotto l'egida dell'Onu, con la cacciata di Volodymyr Zelensky prima che possano aver luogo i negoziati per un accordo di pace. «Potremmo naturalmente discutere con gli Stati Uniti, anche con i Paesi europei, e naturalmente con i nostri partner e amici, sotto l'egida dell'Onu, la possibilità di istituire un'amministrazione transitoria in Ucraina», ha detto Putin. «Ciò consentirebbe di organizzare un'elezione presidenziale, prima di avviare i negoziati con queste autorità su un accordo di pace», secondo la narrazione per cui Zelensky non è più un presidente legittimo dal momento che il suo mandato è scaduto, omettendo di dire che il suo è un Paese in guerra perché invaso e con diversi territori occupati, motivo per cui la legge marziale ha inevitabilmente congelato le elezioni.
Se ovviamente Zelensky ha attaccato Putin dicendo che è solo alla ricerca di «tutto ciò che può ritardare la fine della guerra, anche attori terzi come l'Onu e gli Stati Uniti hanno respinto in pieno l'idea del Cremlino. «L'Ucraina ha un governo legittimo e questo deve essere rispettato», ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. Un portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha spiegato invece che «il governo di Kiev è determinato dalla sua costituzione e dai suoi cittadini», chiudendo quindi all'ennesimo tentativo di interferenza russa. Scontata anche la replica dell'UE secondo cui «Zelensky è stato legittimamente e democraticamente eletto, e finché il popolo ucraino non chiederà elezioni, nessun altro dovrebbe suggerirlo».
Nel tentativo di portare alleati dalla sua parte, dopo l'accordo di cooperazione firmato con l'Iran, Putin continua a corteggiare la Cina. Il capo della diplomazia cinese Wang Yi sarà la prossima settimana in Russia per una visita ufficiale su invito del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.
I rapporti Mosca-Pechino restano stretti ma il Dragone si guarda bene dall'essere coinvolto direttamente in un conflitto che potrebbe solo danneggiarlo, tanto che il ministero degli Esteri ribadisce: «La Cina ha una posizione chiara e coerente». Gli alleati scarseggiano, le condizioni sembrano sempre più assurde e la guerra non si ferma. La pace secondo Putin non suona una follia solo al Cremlino e dintorni.
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