Il quadro più caro al mondo finisce nelle sabbie del deserto

Ad acquistare la tela da un collezionista svizzero è stato il "solito" emiro del Qatar. Che ora la porterà a Doha nel museo di famiglia

Il quadro più caro al mondo finisce nelle sabbie del deserto

Le ragazze di Tahiti - con rispetto parlando - stanno a Gauguin come le Ninfee a Manet Insomma, un soggetto facile, ma estremamente popolare tra la gente che si spaccia per intenditrice d'arte ma che, probabilmente, un libro di storia dell'arte non l'ha mai sfogliato (a leggerlo, non se ne parla nemmeno). A questa folta categoria appartiene l'immancabile emiro del Qatar che ieri si è accaparrato, alla «modica» cifra di 300 milioni di dollari, il quadro dal titolo «Nafea Faa Ipoipo (When Will You Marry?)», tela «sensuale» (aggettivo inevitabile quando gli ignoranti parlano di Gauguin) dipinta da Paul nel 1892 e che raffigura appunto le «solite» due ragazze di Tahiti nel (solito) paesaggio polinesiano. Trattasi di nuovo record mondiale nella storia dell'arte: l'opera ha infatti battuto il precedente primato conquistato nell'aprile del 2011 da un altro Paul - questa volta, Cézanne -, il cui dipinto «I giocatori di carte» (1893) venne acquistato per 250 milioni di dollari dalla medesima famiglia regnante del Qatar per esporla al museo di Doha.

La vendita del Gauguin da Guinness è stata confermata al New York Times dal venditore del capolavoro, Rudolf Staechelin, 62 anni, un ex esperto della casa d'aste Sotheby's, che abita a Basilea, in Svizzera, da un po' di tempo in pensione. Staechlin è il proprietario di una collezione di una ventina di capolavori dell'Impressionismo e del Post Impressionismo, affidate in deposito per circa mezzo secolo al «KunstMuseum» di Basilea. Anche il quadro stellare di Gauguin era esposto in quel museo svizzero fino a poche settimane fa. Il sindaco di Basilea, Guy Morin, si è detto dispiaciuto per la perdita di un simile patrimonio artistico. Due intermediari autorevoli del mercato dell'arte contattati dal NYT hanno declinato ogni informazione sulla vendita dei Gauguin dei record e non hanno rivelato nessun dettaglio sul nome dell'acquirente che ha sborsato 300 milioni di dollari. Voci confidenziali, sempre raccolte dal New York Times , fanno però intendere che il dipinto del periodo polinesiano di Gauguin sarebbe stato acquistato proprio dall'emiro del Qatar, la cui figlia è anche direttrice fondatrice del «mitico» museo di Doha, città etichettata come «nuova capitale dell'arte mondiale». Ma oggi cosa vuol dire essere «nuova capitale dell'arte mondiale»? Significa che l'arte - almeno così come è stata intesa per secoli - non esiste più: al suo posto c'è invece il «mercato dell'arte». Come dimostra appunto l'ultimo caso Gauguin. E i tanti che lo hanno preceduto. La famiglia reale del Qatar di recente è stata infatti indicata come l'acquirente privilegiata di diversi capolavori battuti all'asta da Christiès e Sotheby's tra Londra e New York: da Mark Rothko e allo stesso Cézanne. Il nuovo proprietario riceverà stabilmente il quadro solo nel gennaio 2016, dopo la sua esposizione in tour alla Beyeler Foundation di Basilea già in questo mese di febbraio, poi al Museo Reina Sofía di Madrid e infine alla Phillips Collection di Washington. Il tour finirà a Doha, dove non andrà ad ammirarlo più nessuno.

La cultura araba e i gusti medio-orientali sono infatti quanto di più lontano dal fascino emanato da una tela di Gauguin.

Con buona pace anche di Paul Cézanne che al massimo si spostava da Parigi ad Aix en Provence e che ora, pure lui, si ritrovarsi ora in pieno deserto di Doha. Ma questo è il mercato dell'arte bellezza, e tu non puoi fermarlo. Soprattutto se non hai petrodollari.

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