Ma quali porti blindati: in un giorno altri cinquemila. Neonato morto sul barcone

In manette altri due scafisti eritrei In quarantotto ore 13.500 arrivi

Ma quali porti blindati: in un giorno altri cinquemila. Neonato morto sul barcone

A rendere rovente il clima in Sicilia non sono le temperature, ma gli sbarchi.

Ieri nell'isola sono arrivati altri cinquemila immigrati, che si aggiungono agli 8.500 del giorno prima. Tredicimila nuove presenze in 48 ore sono la testimonianza concreta della mancanza di una regolamentazione del fenomeno da parte del Governo. Non si fa in tempo a identificare e controllare le condizioni sanitarie di tutti i migranti, che ce ne sono altri pronti a varcare i nostri confini. E allora si ricorre ai «respingimenti» dalla Sicilia verso altri porti italiani. Ma è una soluzione tampone, niente altro.

Sono oltre duemila le anime giunte nei porti di Corigliano Calabro e Reggio Calabria. A Corigliano è approdata la nave «Aquarius» di Sos Mediterranèe con sopra 1.032 persone, tra cui 11 donne in stato di gravidanza e 200 minori, non si sa ancora quanti non accompagnati. Oggi i migranti saranno trasferiti in diverse Regioni, in base a quanto previsto dal Piano nazionale di accoglienza.

A Reggio, invece, sono arrivati 1.006 stranieri, in larga parte provenienti dall'area sub sahariana, che hanno viaggiato sulla nave «Vos Hestia» di Save The Children. Il gruppo è composto da 835 uomini, 231 donne e 296 minori, 55 dei quali non accompagnati e i medici hanno segnalato sei casi di varicella. Arrivi anche al molo Manfredi di Salerno. Sulla nave spagnola Rio Segura c'erano 1216 migranti, tra cui 13 neonati, il doppio rispetto alla capienza massima dell'imbarcazione. Per questo gruppo la ripartizione nello Stivale è stata stabilita subito: 300 rimarranno in Campania, 150 andranno in Piemonte, 75 in Toscana, 96 in Lombardia, 75 in Veneto, 50 in Abruzzo e altrettanti in Molise, Friuli Venezia Giulia, Marche, provincia di Trento e Bolzano, Basilicata e Umbria, 100 in Emilia-Romagna, 39 in Liguria, 11 in Valle D'Aosta. Tutti spalmati in Italia, per buona pace degli italiani e dell'Unione europea, che promette di sostenere il nostro paese. Ma di certo non aprirà le braccia per accoglierli.

Ieri, poi, sono proseguite anche le operazioni di identificazione e visite mediche dei 903 migranti arrivati il giorno prima al porto di Cagliari. In 450 hanno trascorso la notte all'interno del terminal crociere, allestito con brande e lettini da Caritas, Protezione civile e associazioni di volontariato. L'altra metà è stata dislocata nei vari centri di accoglienza della Sardegna. Anche per questo corposo gruppo la ripartizione è stata decisa: 429 rimarranno nel cagliaritano, 273 andranno a Sassari, 117 a Nuoro e 84 a Oristano. Arrivi nelle ultime 48 ore anche a Messina, con 417 immigrati a bordo di una nave militare maltese altrettanti a Trapani e a Pozzallo sono giunti in 674.

Se la macchina dell'accoglienza è fortemente provata da quest'ondata anomala che potrebbe divenire di routine in questa estate di sbarchi senza fine, le forze dell'ordine indagano a ciclo continuo per individuare gli scafisti.

Due, dell'Eritrea, sono stati fermati ieri dalla polizia giudiziaria iblea.

Erano al comando di quel barcone carico di 450 passeggeri su cui è nato un bimbo prematuro che, malgrado i soccorsi, è deceduto in viaggio mezz'ora dopo e il corpicino è stato trasportato al porto di Pozzallo coperto da un telo nero. Per i medici è morto per complicanze post parto. Nato con difficoltà respiratorie se n'è andato per un arresto cardiocircolatorio.

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