Quegli strani rimborsi dall'Ue che imbarazzano il M5S

Secondo Repubblica alcuni documenti dimostrerebbero come alcuni rappresentati M5S a Strasburgo farebbero campagna elettorale a spese dell'Ue. Ma il M5S smentisce

Quegli strani rimborsi dall'Ue che imbarazzano il M5S

Grane a non finire per il Movimento Cinque Stelle. L'ultima - per ora - arriva direttamente da Strasburgo, dove la responsabile della comunicazione della compagine grillina, Cristina Belotti, è finita al centro delle polemiche per una questione di rimborsi spese e fondi Ue usati per la campagna elettorale del tutto simile a quella che ha fatto finire nella bufera Marine Le Pen e due ministri di Emmanuel Macron.

I vertici del movimento hanno provato a tenerla sotto traccia, ma - come racconta oggi Repubblica - il caso è scoppiato e ha spaccato gli europarlamentari grillini. A farlo deflagrare è stata in realtà la denuncia della Efdd (Europe of freedom and direct democracy), il gruppo europeo di cui fa parte il M5S.

Pare infatti che la Belotti si sia fatta rimborsare dall'Unione europea le spese per alcune missioni in Italia spacciate per attività di politica legate al suo ruolo in Europa - come prevede la legge - e in realtà inerenti la campagna elettorale per il No al referendum del 4 dicembre 2016. Situazione ripetutasi regolarmente anche durante le scorse Comunali e le Regionali in Sicilia. Ma anche per le prossime elezioni del 4 marzo.

L'inviato di Repubblica Alberto D'Argenio, infatti, racconta che l'11 dicembre scorso la Belotti risultava presente alla plenaria del Parlamento Ue, percependo la diaria nonostante non fosse a Strasburgo. Ne è nata una polemica interna al gruppo di eurodeputati e la Efdd ha deciso di vederci chiaro, scoprendo così che per una trentina volte - e un totale di 15mila euro - la rappresentante M5S aveva chiesto indebitamente i rimborsi.

Così l'ha contattata e le ha chiesto in via informale di dimettersi. Ma non solo lei non ha voluto far un passo indietro, ma è stata difesa a spada tratta - come dimostrano gli atti dell'amministrazione Efdd - da Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Davide Casaleggio.

Alla fine - il 19 dicembre scorso - pur di mantenere la poltrona e "insabbiare" la questione, la Belotti ha accettato di rinunciare alle diarie che non le erano state ancora rimborsate (tra cui i viaggi in Italia per partecipare ai comizi di Grillo e Di Maio) e ha restituito i soldi percepiti per la "missione" a Roma e Milano di giugno scorso (quando era in realtà a Genova per la chiusura della campagna elettorale). Inoltre - racconta sempre Repubblica - si è messa in congedo non retribuito fino al 7 marzo 2018. Non senza aver prima fatto assumere - pare - Stefano Torre, prima "stager alla rappresentanza Efdd presso l'ufficio del Parlamento europeo di Roma" e ora "agente temporaneo del Parlamento Ue ancora distaccato a Roma". Ma lui - e il suo "tutor" Andrea Pollano - nella sede dell'Ue si sono visti poco.

Che siano troppo impegnati con la campagna elettorale di Di Maio? Del resto Torre si occupa della "parte tecnica" del sito per la raccolta fondi...

Dal M5S - manco a dirlo - smentiscono tutto. "Le informazioni pubblicate da Repubblica sono false e mistificatorie", dicono dallo staff, "Non c’è stata nessuna irregolarità. Infatti Repubblica non mostra alcun documento in supporto a quanto sostiene. Se li ha li pubblichi, altrimenti chieda subito scusa. Non è esploso alcun caso tra MoVimento 5 Stelle e amministrazione Efdd, non è mai arrivata nessuna richiesta informale di dimissioni a nessuno, non sono mai state contestate missioni per 15.000 euro. Anche qui nessun documento a supporto: perchè non esistono.

Le attività dei collaboratori vengono controllate ogni anno prima della chiusura dei bilanci, ma questo rientra nella normale amministrazione e vale per tutti i responsabili di delegazione".

Così Repubblica ha risposto per le rime, pubblicando tutte le email intercorse tra la Efdd e la Belotti e gli atti del dossier aperto a suo carico.

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