La cerimonia dei veleni incrociati non si è ancora conclusa. Gli addii pesanti che hanno colpito Forza Italia negli ultimi giorni continuano a far discutere. Il confronto più acceso questa volta è quello tra Matteo Salvini e Mariastella Gelmini sulla decisione presa dai ministri Renato Brunetta, Mara Carfagna e dalla stessa ex coordinatrice lombarda.
Il segretario della Lega, intervistato da Rtl 102.5, si dice stupito «che gente eletta con il centrodestra e che ha governato per il centrodestra fino a ieri, oggi allegramente dica io vado a sinistra. Io faccio politica per passione e per lavoro, ma ho la stessa tessera di partito in tasca da trent'anni. Quelli che cambiano partito dalla sera alla mattina - rincara la dose Salvini - sono liberi di farlo ma secondo me non rispettano gli elettori». A breve arriva la risposta della ministra per gli Affari regionali. «L'unico vero tradimento è quello compiuto da Salvini che, con la complicità di Forza Italia, ha voltato le spalle all'Italia e a molti elettori di centrodestra, pur di rincorrere Meloni e non perdere altri consensi». Una frase che punta a far ricadere le responsabilità della crisi aperta dai Cinquestelle sul centrodestra. Critiche a Mariastella Gelmini per la scelta compiuta da Mariastella Gelmini arrivano dal neo assessore alla Casa di Regione Lombardia, Alan Rizzi, esponente di Forza Italia. «Il tema non è che sta succedendo qualcosa in Forza Italia, è che qualcuno ha deciso di passare dall'altra parte del campo. La preoccupazione è di chi lascia il partito e prende strade che ha sempre contrastato. Stiamo parlando di un coordinatore regionale, che lo ha fatto per 20 anni. Quindi, probabilmente le difficoltà le avrà lui nello spiegare ai propri elettori con quanta facilità si lascia Forza Italia e si passa dall'altra parte».
Chi invece ci tiene a far sapere di non avere alcuna intenzione di cambiare casacca è il governatore, Roberto Occhiuto. «Sono dispiaciuto perché sia Brunetta, sia Carfagna, sia Gelmini sono degli amici, ma io ho deciso di rimanere in Forza Italia che rappresenta la parte moderata, più affidabile anche rispetto alla percezione che si ha fuori dall'Italia del centrodestra. E quindi lavoro perché Fi possa avere un buon risultato e il centrodestra possa vincere».
É chiaro che Forza Italia, in questa fase di avvicinamento alla presentazione delle liste, dovendo fare i conti con il taglio dei parlamentari e con posti fisiologicamente inferiori al 2018 quando il partito azzurro era accreditato di sondaggi migliori anche rispetto alla Lega, è il partito più esposto ai cambi di casacca. E in questa fase Carlo Calenda con la sua Azione sembra fare la parte del leone come polo attrattivo. Prima Maria Stella Gelmini, che si è detta pronta a vedere Calenda. Poi Brunetta, con il quale, c'è chi assicura, il dialogo è aperto.
Nel frattempo Mara Carfagna dice che tirerà le somme a breve. «Spero tanto scelga noi» dice Calenda.
Il gioco dei fastidi incrociati presto riguarderà gli stessi transfughi azzurri quando si troveranno a correre in lista insieme a politici di estrema sinistra che hanno sempre avversato durate la loro lunga militanza sul fronte moderato.
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