Quelle furbe "devianze" a sinistra

Che sarebbe stata una campagna elettorale difficile, si intuiva. E ogni giorno di più ne abbiamo conferma

Quelle furbe "devianze" a sinistra

Che sarebbe stata una campagna elettorale difficile, si intuiva. E ogni giorno di più ne abbiamo conferma. Ieri ha iniziato Giorgia Meloni nel video quotidiano che pubblica su Facebook, parlando di investimenti a favore dei giovani e dello sport come strumento «per combattere le droghe e le devianze, e crescere generazioni di nuovi italiani sani e determinati», facendo l'esempio dell'Islanda che in pochi anni, puntando sullo sport, ha visto crollare il consumo di droghe, alcol e tabacco fra i ragazzi. Di per sé, un tema come un altro da giocare sul tavolo del confronto politico. Poi però ci si mette un post di Fratelli d'Italia, in cui si elencano una serie di «devianze giovanili» come «droga, alcolismo, tabagismo», e fino a qui niente da dire, e vanno bene anche bullismo e baby gang; poi però si aggiunge «anoressia e obesità», confondendo pericolosamente la malattia e con la devianza. A questo punto arriva Enrico Letta, che fa finta di non capire, e perfidamente a sua volta confonde «devianza» con «diversità», facendo entrare nella polemica l'omosessualità, mai citata. Da qui all'hashtag #VivaLeDevianze il passo è breve, e falso. Poi arriva il web a spruzzarci sopra altro veleno ed ecco che la Meloni diventa il mostro che propone l'idea «intimamente razzista» dello sport per il «miglioramento della razza».

E non basta che la leader di Fratelli d'Italia in serata replichi a Letta ricordandogli il significato della parola «devianza», cioè «comportamento che viola le norme, come appunto l'uso e l'abuso di sostanze stupefacenti, vandalismo e violenza contro la persona». Giornata difficile insomma per la Meloni, per Letta e anche per la comprensione della lingua italiana.

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