"Qui una catastrofe umanitaria. Roma non aiuta la democrazia"

La leader dell'opposizione: «Governo male informato Non c'entra l'ideologia, ma la distruzione di un Paese»

"Qui una catastrofe umanitaria. Roma non aiuta la democrazia"

San Paolo Maria Corina Machado è la principale leader dell'opposizione venezuelana.

Può spiegare a quell'Italia che ha detto sì a Maduro qual è ad oggi la situazione reale in Venezuela?

«Improrogabile. La catastrofe umana peggiora di giorno in giorno perché stiamo parlando di un regime criminale che si è alleato con il narcotraffico, il contrabbando di armi e persino con il terrorismo islamico con l'obiettivo di distruggere il Paese, ai fini di un arricchimento personale. Ci sono migliaia di venezuelani che ogni giorno fuggono a causa di questa tragedia. Non si tratta di un tema ideologico, di sinistra o di destra. Oggi la posta in gioco in Venezuela è la scelta tra la distruzione del Paese e la possibilità, invece, di fare un passo avanti verso la libertà. Questo spiega il perché di tutto questo importante appoggio internazionale per restituire al paese l'ordine democratico. Il che passa necessariamente attraverso l'uscita di scena di Maduro e il riconoscimento di Juan Guaidó come presidente ad interim, con la convocazione, il prima possibile, di nuove elezioni presidenziali, trasparenti e libere».

Che pensa della scelta dell'Italia di non riconoscere Guaidó nonostante la possibile uscita costituzionale, l'appoggio internazionale e una figura che unisce come il presidente ad interim?

«Credo ci sia un errore di informazioni e spero che il governo italiano arrivi a rendersi conto di quello che sta accadendo per davvero in Venezuela. Qui la colonia italiana è enorme, soffre come soffre il resto della società venezuelana. Tutti chiedono a gran voce che il governo italiano si ponga dalla parte di tutte quelle democrazie occidentali che non appoggiano una postura ideologica o un partito. Ma che stanno invece sostenendo la nostra Costituzione che è molto chiara. Nel suo articolo 233 si sancisce, infatti, che in assenza di un presidente - quello eletto lo scorso 20 maggio è il prodotto di una frode e di una farsa elettorale (riconosciuta da 60 Paesi) - sia il presidente del Parlamento (Guaidó, ndr) che assume la presidenza della Repubblica».

Dalla parte di Maduro si sono schierati Nicaragua, Bolivia, Russia, Hezbollah e Hamas. Da che parte vuole stare l'Italia?

«Credo che la risposta sia molto chiara e sia i venezuelani che vivono qui che gli italiani di Venezuela oggi chiedono a Roma che si allinei con il Gruppo di Lima dove ci sono tra gli altri Canada, Colombia, Brasile, Argentina, Perù, Costa Rica e con gli Stati Uniti e tanti altri governi dell'Europa come Francia, Germania, la Gran Bretagna, Danimarca, Israele, Australia, che hanno già riconosciuto Guaidó. E voglio ringraziare il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, per essere stato risoluto nel sostenere la democrazia in Venezuela».

Che pensa dell'iniziativa dell'Alto Commissario Ue per la Politica Estera e Sicurezza, Federica Mogherini, che ha proposto di dare 90 giorni in più a Maduro?

«Saranno 90 giorni in più di fame. Ogni giorno che passa muoiono decine di bambini perché manca l'ossigeno negli ospedali per i neonati. E muoiono di fame perché non ci sono né latte, né proteine. I nostri giovani vengono assassinati da bande criminali. Ogni giorno in più che passa fuggono dal paese una media quotidiana di 10mila venezuelani. Tre milioni sono già scappati e a questo ritmo chiuderemo il 2019 con una diaspora di 8-10 milioni di persone, quasi un terzo della popolazione. L'unica cosa che questo regime criminale sta cercando di prendere è tempo e ossigeno. Ma non c'è più tempo né ossigeno per noi. Bisogna agire subito.

Perciò quando Mogherini vuole concedere altri 90 giorni a Maduro in nome di un dialogo che ci appare inutile noi chiediamo invece di accelerare questa transizione che sta portando avanti il presidente Guaidó e di rafforzare un processo per porti ad elezioni trasparenti. Qualsiasi altra iniziativa che conceda altro tempo a Maduro significherà più morte per il Venezuela».

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