Negoziati, pressing su Hamas. Raid dei coloni in Cisgiordania

Altra bozza Usa, colloqui al Cairo: "Forse intesa entro 7 giorni". "No" dei miliziani. Assalto a Jit: "Pogrom"

Negoziati, pressing su Hamas. Raid dei coloni in Cisgiordania
00:00 00:00

È un momento pericoloso per tutto il Medio Oriente e il rischio è che la situazione vada fuori controllo. Le trattative per una tregua a Gaza vanno avanti ma sono appese a un filo. L'obiettivo della comunità internazionale è scongiurare un conflitto regionale, dopo settimane di minacce da parte del regime degli Ayatollah e di Hezbollah che hanno detto di voler attaccare Israele in rappresaglia ai due omicidi di Fuad Shukr e di Ismail Haniyeh. Quest'ultimo mai rivendicato da Tel Aviv. Ma qualche spiraglio nelle trattative, che si sposteranno al Cairo, si apre. Un alto funzionario di uno dei Paesi mediatori ha riferito di una conversazione telefonica che il primo ministro del Qatar, Muhammad bin Abd al-Rahman Al Thani, ha avuto con i capi della leadership iraniana. «Dovreste considerare se vale la pena per voi, o per Hezbollah, attaccare Israele proprio quando ci sono questi progressi». A rivelarlo è il sito israeliano Ynet, mentre Hezbollah per ora ha rimandato un'offensiva secondo un rapporto del Washington Post, perché «non vuole essere ritenuto responsabile di aver ostacolato un potenziale accordo».

Gli Stati Uniti sono in prima linea per scongiurare il peggio, Joe Biden ha fatto sapere che l'accordo non è «mai stato così vicino». E nella serata di ieri il presidente Usa in un lavoro incessante avrebbe dovuto sentire al telefono pure l'emiro del Qatar Tamim al-Thani e il rais egiziano al-Sisi. C'è ancora però molto lavoro da fare. Hamas ha respinto le «nuove condizioni israeliane». «Non accetteremo altro che un cessate il fuoco completo, un ritiro completo delle truppe israeliane dalla Striscia, il ritorno degli sfollati e un accordo per lo scambio» di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi, hanno fatto sapere due leader di Hamas all'Afp. C'è però anche una nuova proposta americana che ridurrebbe il divario tra le due parti. Il pressing della diplomazia va avanti. Antony Blinken visiterà Israele domani, lunedì incontrerà Benjamin Netanyahu e si prevede che farà pressione sul premier israeliano affinché accetti un accordo di cessate il fuoco. Il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, però non è ottimista. Sostiene non ci siano segnali positivi dai colloqui di Doha. Se Israele li trasmettesse, Hamas sarebbe disposta a partecipare alle trattative.

Ynet riporta pure un avvertimento arrivato dall'intelligence di Tel Aviv che non induce a placare le tensioni, ovvero che la risposta dell'Iran e di Hezbollah allo Stato ebraico, potrebbe consistere nel tentativo di assassinare personaggi come ministri, parlamentari, ufficiali e alti funzionari del Mossad e dello Shin Bet. Anche le affermazioni del capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, non inducono alla moderazione: «Con noi la guerra si espande a tutta la Palestina», ha tuonato. La situazione si è infiammata anche in Cisgiordania. Un palestinese, Rashid Sedda, 22 anni, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre decine di coloni israeliani attaccavano il villaggio di Jit durante la notte di giovedì.

I coloni hanno incendiato case e auto, alcuni erano incappucciati e hanno anche lanciato pietre e molotov. Netanyahu ha assicurato di aver considerato l'incidente con «la massima severità». L'Anp lo ha definito un atto di «terrorismo di Stato organizzato».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica