NapoliIl legale della famiglia di Davide Bifolco (ucciso giovedì notte al rione Traiano da un proiettile partito accidentalmente dalla pistola di un carabiniere, indagato per omicidio colposo), Fabio Anselmo, ha diffuso un video, tratto dalla telecamera di un centro scommesse, situato poco distante dal luogo della tragedia. Nel video si nota un carabiniere che entra nel centro, arma in mano, ordinando ai presenti di rimanere fermi con le mani in alto. L'avvocato Anselmo sostiene che le immagini «dimostrano lo stato in cui si trovava il carabiniere in quel momento». Ma, a stretto giro, l'Arma ha smentito che il militare in questione fosse l'appuntato che poco prima aveva sparato, cadendo sull'asfalto di via Cinthia, colpendo e uccidendo Bifolco. I carabinieri hanno anche precisato che tale video fu già acquisito nell'immediatezza dei fatti e consegnato in Procura. Spuntano i testimoni. L'avvocato Anselmo sostiene di essere in possesso della testimonianza di tre persone. Uno era con Bifolco, Salvatore Triunfo, un altro, Vincenzo Ambrosio sostiene di essere il terzo uomo (e non il latitante Arturo Equabile), più un terzo la cui identità non è stata rivelata. La famiglia di Davide ha intanto diffuso alcune foto del 17enne morto: in una, postata sul profilo Facebook della sorella, si vedrebbe il punto in cui è stato colpito.
La tensione è ancora forte nel rione, dopo gli incidenti provocati da teppisti sabato. Ieri sera un altro corteo è sfilato nel quartiere. Oggi si terrà l'autopsia sul corpo di Bifolco. Sembrano parole al vento quelle pronunciate dal parroco della Medaglia Miracolosa di Napoli. «In situazioni gravi non possono essere l'odio o il sentimento di vendetta a guidarci». I funerali dovrebbero tenersi oggi o domani.
Dalla parte del carabiniere si schiera Luigi Bobbio, ex pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli (oggi giudice civile a Nocera Inferiore). «L'identikit del bravo ragazzo una volta era ben diverso da quello che oggi qualche sprovveduto vorrebbe appiccicare a Davide Bifolco... Stessa etichetta affibbiata a quel capo ultrà, Gennaro la carogna. Ma, i bravi ragazzi sono bel altri».
Il magistrato mette uno spartiacque tra legalità e illegalità. «Era un bravo ragazzino Fabio De Pandi, ucciso dalla camorra sotto gli occhi degli onesti genitori. E lo era anche Maurizio Estate, ucciso per difendere un uomo dai rapinatori. Ritengo che l'unica vittima di quel che è successo giovedì sia lui, l'appuntato dei carabinieri, vittima del suo senso del dovere e del fatto di essere chiamato a operare in una realtà schifosa».
Bobbio è solidale con l'appuntato, ancora sotto choc. «Un carabiniere è un carabiniere, un teppista resta un teppista. Non è compito dei carabinieri proteggere i teppisti. Anzi, le «divise» devono proteggere i ragazzi perbene dai teppisti. A me interessa che un bravo ragazzo in divisa stia bene e non sia rimasto ferito nel fare il suo dovere, durante l'inseguimento ai tre in moto, uno dei quali era un latitante». Bobbio, oltre che magistrato, ha vissuto anche una stagione politica come senatore di An e poi come sindaco di Castellammare di Stabia.
Oggi si mostra deluso dagli eredi di quella destra. «Non ho letto una parola dagli esponenti di destra e centrodestra a favore del carabiniere. Va di moda la politica del calcolo».
Con il carabiniere si schierano i poliziotti.
Uno di essi spiega: «Quando accadono fatti come questo, mi chiedo se valga ancora la pena indossare un'uniforme, con il rischio di finire in galera o peggio di rimetterci la vita. Ci sentiamo soli, abbandonati da uno Stato che, anziché difenderci, preferisce il silenzio o, addirittura è solidale nei confronti di chi non rispetta le leggi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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