Rai, Berlusconi gela il governo: "Nomine? Pessimo segnale"

Berlusconi boccia l'accordo su viale Mazzini: "Dal governo volontà spartitoria". E avverte: "Falliranno e andremo al voto"

Rai, Berlusconi gela il governo: "Nomine? Pessimo segnale"

"Vedo una forte volontà spartitoria". Silvio Berlusconi gela il governo sulle nomine in Rai. In una intervista alla Stampa, il leader di Forza Italia non si pronuncia sul profilo professionale e politico di Marcello Foa indicato da Matteo Salvini e Luigi Di Maio per presiedere la tivù pubblica. Ma critica pesantemente il metodo con cui è stato indicato. E, sottolineando il "carattere unilaterale" della proposta avanzata dall'esecutivo, lascia intendere di non essere stato preventivamente consultato dall'alleato leghista su un nome che "la maggioranza ha concordato solo al proprio interno". Un "pessimo segnale" che sembra così preparare il terreno per un "no" a Foa.

"Sessantottini in ritardo" e pure "arroganti". Nei giorni scorsi Berlusconi non aveva certo lesinato critiche ai Cinque Stelle. E oggi, nell'intervista alla Stampa, ribadisce il concetto: "Sono del tutto inadatti a governare il Paese e che le loro idee sembrano una cattiva riproposizione, con cinquant'anni di ritardo, della confusa ideologia del '68: sovvertire tutto, per non combinare nulla". Ora non resta che vede se il governo riuscirà a "mangiare il panettone" oppure se la legge di Stabilità diventerà un ostacolo impossibile da superare. "Se lo farà, sarà un panettone molto amaro per gli italiani", mette in guardia Berlusconi secondo cui l'idea di rimettere in discussione la Tav è "una follia contro le imprese italiane, contro le Regioni del Nord, contro la stessa tutela dell'ambiente". Ma c'è anche di peggio. "L'ambiguità del governo - continua il Cavaliere - sta facendo rialzare la testa ai gruppuscoli violenti di eversori che in Val di Susa aggrediscono la polizia e mettono in pericolo la sicurezza dei lavoratori". L'appello a Salvini affinché fermi Di Maio sembra essere caduto nel vuoto. "Come può la Lega permetterlo? - si chiede, a questo punto, l'ex premier - come può permettere che si approvi un decreto Dignità contro le imprese e contro il lavoro? Se questo è l'inizio, cosa succederà nella legge di stabilità?".

Adesso Berlusconi è concentrato nel rinnovamento e nel rilancio di Forza Italia. L'idea è di puntare sulla democrazia dal basso e su un vasto cambiamento dei vertici, in modo da essere pronto al momento in cui l'esperimento giallo-verde fallirà. "Forza Italia sta molto meglio di quello che si pensa - sostiene il Cavaliere - giovedì abbiamo riunito i quadri dirigenti di tutt'Italia e ho trovato una qualità, un entusiasmo, una voglia di combattere e di tornare a vincere, che mi hanno molto confortato. Noi siamo il futuro liberale - continua - il presente populista-sovranista è rumoroso ma fragile".

Secondo Berlusconi la scelta di Antonio Tajani, "al di là dei suoi meriti personali", significa proprio questo: "La nostra strada è quella dell'Europa dei popolari e dei moderati, ma non certo quella dei difensori dello status quo".

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