Il nodo presidenza Rai si scioglierà (forse) mercoledì, e la conferma di Marcello Foa dipenderà tutta dalle scelte di Forza Italia e di Silvio Berlusconi.
Mercoledì mattina si riunisce infatti la Commissione di Vigilanza che dovrà ratificare o meno la nomina, e per farlo serve la maggioranza qualificata dei due terzi, ossia 27 voti. La maggioranza ne ha solo 21, il Pd è sulle barricate per far bocciare il candidato putinian-sovranista e dunque i voti degli azzurri diventano decisivi.
In Forza Italia l'irritazione contro i metodi spartitori usati dalla maggioranza, e contro quella che molti definiscono «l'arroganza di Matteo Salvini», sponsor di Foa, è a livelli molto alti. «Persino Matteo Renzi, quando decise di indicare la Maggioni per la presidenza Rai, ci informò in anticipo. Come è normale che sia, se serve una votazione condivisa», ricorda Maurizio Gasparri. Nulla di tutto questo col governo giallo-verde: «Non siamo stati parte della decisione, e siamo stati informati solo a cose fatte», sottolinea Antonio Tajani
Così il partito di Berlusconi risponde al pressing del Pd, che gli chiede di non far passare la nomina, alzando uno sbarramento: «Proponendo Foa al buio - dice la capogruppo Maria Stella Gelmini - il governo ha utilizzato un metodo sbagliato. Forza Italia farà un'attenta riflessione, ma al momento il nostro voto è no». Nel frattempo, di qui a mercoledì, si cercherà «il dialogo» con le altre forze politiche per individuare «una figura terza, di garanzia, che possa avere il via libera della stragrande maggioranza dei gruppi parlamentari». E Tajani aggiunge: «Se non ci sarà una maggioranza si troverà un'altra soluzione». Solo che una soluzione alternativa è assai complessa da costruire: il nome del presidente Rai deve essere individuato all'interno del Cda, che ormai è completo. Dunque, per trovare un altro presidente, occorrerebbe far dimettere Foa, «che ovviamente non ci pensa per nulla», dice un forzista: «Si rischia di ritrovarci in una situazione di paralisi, come nel caso Villari», il presidente eletto a sorpresa e sfiduciato, che però non si dimise per lunghissimo tempo.
Al momento, dicono i bene informati, Berlusconi resta «su una posizione attendista», e la linea di Forza Italia è «critica», ma con cautela. «Al settanta per cento bocceremo Foa», azzarda un parlamentare. Ma nessuno dà per scontato che la conclusione sia negativa. E circola l'ipotesi che mercoledì mattina, nella prima riunione della commissione di Vigilanza, le opposizioni facciano mancare i voti all'aspirante presidente, per poi farlo passare nelle sedute successive.
Nel frattempo, si guarda anche alle altre nomine interne Rai, a cominciare dai tg.
L'operazione di Salvini, volta ad intortare prima di tutto i suoi alleati grillini, è stata indiscutibilmente abile: per giorni ha alzato il prezzo sul direttore generale, facendo trapelare la propria contrarietà a Fabrizio Salini e mettendo in circolazione nomi alternativi, e nel frattempo proponendo per la presidenza nomi poco digeribili dalla Casaleggio (dalla Bianchi Clerici a Gianmarco Mazzi). Solo alla fine ha ceduto su Salini, facendo credere all'inesperto Luigi Di Maio di aver strappato un grande risultato.
A quel punto, in cambio, ha potuto alzare il prezzo: non solo lo sconosciuto ai più Marcello Foa alla presidenza, ma anche la parte del leone nella roba che conta in Rai: telegiornali, reti, trasmissioni. E nomi come quello di Gennaro Sangiuliano al Tg1 o Mario Giordano al Tg2 potrebbero non dispiacere in casa Fi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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