Passa dalla piattaforma Rousseau anche la scelta dei candidati per il nuovo consiglio di amministrazione Rai, che il M5s fa scegliere ai suoi iscritti tra una rosa di cinque nomi rimasta dopo una prima scrematura dei curriculum arrivati a Camera e Senato effettuata dai vertici del Movimento. Tra questi quello di Paola Mazzola, la giornalista di Rai1 che da sempre e tutt'ora segue i Cinque Stelle con servizi e interviste sul Tg più importante di viale Mazzini. Una circostanza questa che rischia di stridere con i tanti e ripetuti proclami di Luigi Di Maio a farla finita con la lottizzazione dentro la Rai. Anzi, l'effetto pare essere esattamente l'opposto.
Gli iscritti potranno votare oggi dalle 10 alle 19 esprimendo una sola preferenza e i profili più votati saranno quelli che il Movimento esprimerà domani in Parlamento, chiamato ad eleggere i quattro dei sette consiglieri di sua competenza, non più eletti dalla commissione di Vigilanza Rai. I rimanenti saranno scelti due dal consiglio dei ministri e uno dall'assemblea dei dipendenti dell'azienda. I Cinque Stelle, c'è scritto sul Blog, puntano a realizzare una tv pubblica dove il merito sia il principale criterio di selezione e dove lavorino «giornalisti non asserviti al partito di turno», anche se proprio la Mazzola, secondo le classiche logiche Rai, è considerata a viale Mazzini «in quota» M5s. Gli altri candidati pentastellati oggi al voto sono Beatrice Coletti, manager con varie esperienze televisive, Paolo Cellini, docente di Economia digitale alla Luiss che ha lavorato per Microsoft e Walt Disney, Paolo Favale, avvocato ed ex dirigente Rai a lungo responsabile della struttura di consulenza giuridica di viale Mazzini, Enrico Ventrice, documentarista e produttore televisivo freelance. E poi appunto la Mazzola, nota anche per un episodio accaduto nell'agosto di quattro anni fa quando sul Blog delle Stelle Rocco Casalino, allora semplice responsabile della comunicazione del Movimento e ora anche portavoce del premier Conte, firmava un post intitolato «I servizietti del Tg1» in cui la attaccava per un servizio definito «una meschina bugia costruita ad arte per infangare il M5s». Da allora, però, di acqua sotto i ponti ne è passata, tanto che Casalino e Mazzola sono considerati ormai «molto vicini». Così, la sua presenza tra i candidati pentastellati al cda Rai non passa inosservata.
«È il trionfo del conflitto di interessi, l'apoteosi della lottizzazione politica del servizio pubblico», scrive su Facebook il deputato Pd Michele Anzaldi, chiedendosi come mai la giornalista non si sia candidata nello spazio riservato ai dipendenti Rai ma «punti ad arrivare al cda attraverso l'indicazione della politica». Anche Forza Italia ha da ridire. «Viene spontaneo domandarsi che fine abbia fatto la bonifica della emittenza pubblica promessa dal M5s», denuncia l'azzurro Roberto Rosso, componente della Commissione Tlc della Camera.
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