Torna l'incubo delle rapine in villa nel Nordest. Questa volta però la banda fermata dai carabinieri e sospettata di ben trenta colpi non è composta da criminali dell'Est Europa bensì da quattro marocchini tra i 25 e i 30 anni. Irrompevano di notte nelle case tra Veneto e Lombardia e picchiavano selvaggiamente minacciando di morte i proprietari, spesso anziani, per farsi consegnare contanti e gioielli. Molte delle vittime sono finite in ospedale. Gli indagati sono irregolari in Italia, hanno tutti precedenti penali e alcuni di loro sono in attesa di giudizio sempre per rapina.
Gli arresti sono scattati ieri all'alba. I carabinieri di Verona e Rovigo hanno catturato i nordafricani, dopo che avevano messo a segno l'ultima rapina in un'abitazione di Goito, nel Mantovano. Nella tarda serata di venerdì i quattro hanno sfondato la porta di due fratelli 50enni, colti nel sonno. Uno dei due proprietari si è svegliato di soprassalto ed è stato colpito al volto con un piede di porco, rompendogli uno zigomo. I banditi volevano sapere dove fosse la cassaforte, che però non c'era. Come d'altra parte in tutte le case prese di mira, scelte perché in zone di campagna. Quindi i quattro stranieri hanno portato via quello che hanno trovato, circa mille euro fra soldi, orologi e qualche oggetto di valore. Poi sono fuggiti. Le vittime hanno reagito e hanno subito chiamato il 112. I carabinieri erano già in allarme, perché nel mese di agosto nelle province di Verona, Mantova e Rovigo c'erano stati almeno 15 assalti in villa. Tutti con le stesse modalità di azione e quindi riconducibili agli stessi banditi. Gli elementi ricorrenti: blitz notturni di non più di dieci minuti, malviventi con passamontagna, guanti, tute da lavoro, stivali e piede di porco. Che colpivano con freddezza e «violenza gratuita», come hanno spiegato gli inquirenti. Quasi sempre in case isolate e abitate da anziani, poi ricoverati in ospedale a causa delle botte.
I militari di Verona e Rovigo si sono attivati nella notte, in campo dodici pattuglie e una sessantina di uomini. Tutte le possibili vie di fuga sono state battute e una vasta area è stata presidiata. Dopo alcune ore è stata intercettata un'auto, risultata rubata dal controllo sulla targa e quindi individuata come quella su cui i malviventi stavano scappando. I carabinieri hanno seguito la macchina fino a una casa di Legnago, dove tre dei quattro nordafricani sono scesi dalla vettura ed entrati nell'edificio. Il quarto ha preso un'altra auto ed è arrivato fino a un'abitazione di San Giovanni Lupatoto, sempre nel Veronese. Infine, dopo un breve appostamento, il blitz nelle prime ore di ieri mattina fatto in contemporanea in entrambe le case. I nordafricani hanno reagito violentemente alla vista dei carabinieri e hanno fatto resistenza all'arresto. Durante le perquisizioni nelle due abitazioni è stata ritrovata la refurtiva del colpo di Goito oltre ad altri oggetti trafugati in alcune delle precedenti rapine.
Sono stati rivenuti anche un machete, alcuni piedi di porco, bastoni e una pistola scacciacani. Le armi venivano usate per picchiare e terrorizzare le vittime degli assalti, convinte in pochi secondi che era meglio fare tutto quello che i banditi dicevano per salvarsi la vita.
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