Una reazione avversa seria e non spiegabile, come l'infiammazione del midollo spinale di un volontario che ha partecipato alla sperimentazione del vaccino contro il coronavirus messo a punto dall'Università di Oxford, ha provocato ieri la sospensione dei test clinici attivata da mesi in diverse aree del pianeta. E ha mandato nello sconforto le speranze di molti che si aspettavano di essere immunizzati già alla fine dell'anno. Diversi esperti, nell'arco della giornata, hanno addirittura preannunciato uno slittamento di mesi o di anni prima del riavvio dell'intera macchina di produzione per milioni di dosi.
Ma in serata, con un colpo di scena, il Financial Times ha annunciato che il colosso farmaceutico anglo-svedese AstraZeneca potrebbe riprendere i test già la settimana prossima. E, in attesa di dati ufficiali, la notizia va presa per attendibile.
Del resto già all'alba di ieri il presidente di Piero Di Lorenzo, presidente di Irbm di Pomezia, in partnership con lo Jenner Institute di Oxford, era sembrato ottimista. «Si tratta di una sospensione, non di un blocco precisa Di Lorenzo - Rientra nella prassi delle sperimentazioni che ci si debba fermare temporaneamente di fronte a una complicazione. Si potrà ripartire magari tra una settimana o dieci giorni, il tempo di far analizzare da un comitato scientifico indipendente la causa del problema».
Ma l'ipotesi di un grave effetto collaterale è una realtà. «La società ha annunciato il caso avverso a tutto il mondo e questo dimostra come la procedura sia trasparente e molto severa spiega - È un caso solo che si è verificato su 50mila volontari sottoposti in questo momento alla profilassi e controllati costantemente da mesi. La sperimentazione è in fase 3 e serve a verificare l'efficacia protettiva del prodotto».
E proprio tra i volontari partono le dichiarazioni a favore del vaccino. «Io non ho avuto alcun problema - dice Antonio Metastasio, psichiatra ternano che vive a Cambridge e partecipa come volontario - Sarei cauto nel dire che il vaccino è pericoloso, gli effetti collaterali possono esserci ma vanno giudicati con attenzione». E infatti ci sarà molta cautela per capire il perché un partecipante alla sperimentazione abbia accusato la mielite trasversa, un'infiammazione al sistema nervoso spinale che, a seconda della forza con cui si propone, può portare anche a disfunzioni motorie e sensoriali con conseguenze debilitanti. Il paziente, per fortuna, si sarebbe ripreso, ma si tratterà di capire se la patologia sia stata causata dal vaccino oppure da una causa indipendente. Lo scopriranno i membri del comitato scientifico indipendenti nominati in segretezza dalle agenzie regolatorie. E non si sa in quanto tempo.
Gli interessi in campo sono molti e la pressione della comunità internazionale è altissima. Ma sui protocolli non si scherza. Ed è bastato un caso stonato su migliaia di persone che sopportano bene il vaccino, per bloccare l'arruolamento di nuovi volontari per i test nei Paesi nei quali la sperimentazione deve ancora essere avviata.
Tutto rinviato. Da parte sua, la multinazionale «per assicurare l'integrità del processo dei test», conferma la necessità della pausa. «In grandi studi clinici, questi problemi si verificano per caso e devono essere rivisti in modo indipendente» ha sottolineato in una nota l'amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, che comunque vuole «ridurre al minimo qualsiasi potenziale impatto sulla tempistica dello studio».
Le aspettative per questo vaccino sono altissime. AstraZeneca ha già ottenuto ordini per centinaia di milioni di dosi in tutto il mondo, un numero superiore rispetto a quelle degli altri candidati vaccini. Anche l'Italia fa la fila per ottenere delle dosi.
Ma il ministro della Salute Roberto Speranza avverte che «nessun vaccino sarà mai autorizzato senza la piena garanzia per la salute delle persone» e non perde la fiducia sul prodotto di AstraZeneca: «La sospensione dimostra la serietà dei rigidi protocolli di verifica».
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