L'enigma della seconda ondata. Il Covid 19 non tornerà in autunno. Anzi tornerà ma solo una volta. Indebolito. Ma forse anche più aggressivo. E potrebbe anche ripresentarsi a ripetizione. Su una cosa sola gli scienziati sono in accordo: il coronavirus è e resterà in circolazione ancora a lungo. Ma su quello che ci aspetta il prossimo autunno la confusione è totale. E dato che Sars Cov 2 è un agente patogeno nuovo e ancora quasi del tutto sconosciuto forse gli esperti da ascoltare sono quelli che ammettono di non avere certezze e per questo invitano alla prudenza.
Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel fronteggiare questa pandemia non si è distinta per trasparenza sui dati e coerenza nelle indicazioni, l'ipotesi più verosimile è quella di tante ondate di intensità diversa. «Sulla base delle prove attuali, lo scenario più plausibile è quello di ondate epidemiche ricorrenti intervallate da periodi di trasmissione di basso livello», afferma un portavoce dell'Oms Tarik Jaarevi, per il quale non è plausibile che «la tendenza al ribasso della malattia» sia indipendente dalle «severe misure di sanità pubblica messe in atto dai Paesi per spezzare la catena di trasmissione nelle comunità». Per l'Oms il rischio che l' epidemia riparta con forza senza rigide misure di contenimento soprattutto nella stagione fredda è molto concreto.
Non la pensa così il premio Nobel per la Medicina 2011 Bruce Beutler, direttore del Center for the Genetics of Host Defense del Southwestern Medical Center di Dallas, Usa. Rispetto al primo arrivo del coronavirus per Beutler la popolazione ora è meno esposta per due fattori. Il primo è che comunque in molti si sono già ammalati ed è realistico ipotizzare un'immunità almeno parziale. Il secondo è che tutti siamo più preparati a riconoscere il virus: sia le istituzioni sia i singoli cittadini, che ora mettono in atto comportamenti preventivi. Per il premio Nobel: «la popolazione non è così vulnerabile come all'inizio, quando nessuna di queste misure era stata intrapresa» afferma. E anche «se attualmente solo una piccola percentuale della popolazione è stata infettata» chi si è ammalato ed ha avuto «una forte risposta anticorpale ha meno probabilità di contrarre la malattia una seconda volta» e dunque può «conferire immunità di gregge, proteggendo effettivamente gli altri, perché non sono più in grado di essere untori». Beutler ammette che «non c'è ancora abbastanza esperienza per conoscere il grado o la durata dell'immunità» ma questo insieme di fattori lo induce «a pensare che non ci sarà una seconda ondata di contagi da coronavirus».
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, invita ad evitare «una surreale divisione tra pessimisti ed ottimisti». Non ci sono certezze rispetto ad una seconda ondata ma, avverte il ministro «una seconda ondata o una recrudescenza non è certa, ma è possibile. E quindi bisogna essere pronti».
Come? Oltre al potenziamento dei servizi di igiene e prevenzione sul territorio e all'aumento della disponibilità dei posti letto per il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, occorre evitare di sovrapporre al Covid
altre due possibili emergenze: l'influenza stagionale le polmoniti da pneumococco. Per questo con una circolare ad hoc si raccomanderà la vaccinazione antipneumococcica per gli anziani, oltre a quella per i virus stagionali.
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